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Qual è stato l’impatto del Green Deal sulle emissioni dell’Europa?

Impatto del Green Deal: vale -1°C di riscaldamento globale
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L’impatto del Green Deal è uno dei temi più dibattuti nella campagna elettorale europea

Un grado di riscaldamento globale in meno. In 5 anni. È questo l’impatto del Green Deal sulla traiettoria emissiva dell’UE. Se tutti i paesi del mondo adottassero le stesse politiche dell’Europa, la colonnina di mercurio globale arriverebbe poco sopra i 2°C nel 2100. Con le politiche del 2019, prima dell’”accelerazione verde” dell’UE, si sarebbe invece arrivati oltre i 3 gradi. La riduzione dei gas serra entro il 2030 va verso il -51%, meno del -55% previsto dal pacchetto UE ‘Fit for 55’ ma ben sopra il -33% verso cui si andava nel 2019.

Le politiche attualmente implementate e pianificate nell’ambito del Green Deal mettono l’UE su un percorso “sostanzialmente allineato” con uno scenario globale che porta ad un aumento della temperatura globale poco superiore a 2°C entro la fine del secolo “se altri paesi seguiranno un livello simile di ambizione”, ha calcolato Climate Action Tracker. “Il livello di azione è ora molto più elevato rispetto a cinque anni fa”, aggiunge CAT in un’analisi pubblicata alla vigilia delle elezioni europee del 6-9 giugno.

L’impatto del Green Deal al centro delle elezioni UE

Elezioni cruciali per la traiettoria emissiva europea. Uno dei primi compiti della nuova Commissione e dell’Europarlamento sarà fissare formalmente l’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni entro il 2040. L’opzione ventilata finora – sostanzialmente in linea con le raccomandazioni della scienza del clima – è -90%. Ma l’ondata di malumori cresciuta ultimamente in molti paesi UE rispetto all’impatto del Green Deal rende questo obiettivo tutt’altro che pacifico.

Così come non è scontato che nei prossimi anni l’ambizione delle politiche verdi già approvate da Bruxelles venga lasciata intatta. Le manovre per affossare lo stop alla vendita di nuove auto diesel e benzina dopo il 2035 o le picconate alle clausole verdi della politica agricola comune sono solo due esempi di questa tendenza già in atto.

Alcuni dei pilastri del Green Deal che, secondo l’analisi di CAT, più hanno contribuito ad abbattere la traiettoria emissiva UE, sono proprio al centro delle controversie più calde. “La differenza significativa nelle emissioni del 2030 rispetto alla nostra stima del 2019 è dovuta alle politiche che fanno parte del Green Deal, in particolare le misure aggiuntive per le energie rinnovabili, la riforma del sistema di scambio delle emissioni dell’UE, nuovi standard per le automobili, tra cui la possibilità di vendere solo auto prive di emissioni al 100% entro il 2035, misure sull’efficienza energetica e introduzione di un secondo sistema di scambio di emissioni per i trasporti e gli edifici”, scrive CAT. Nuovi standard emissivi per le auto e l’introduzione – ancora tutta da decidere nei dettagli – del mercato del carbonio “gemello”, l’ETS 2 su edifici e trasporti, sono le politiche più a rischio.

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