Rinnovabili • Emissioni di metano: l’ONU lancia la crociata per abbatterle Rinnovabili • Emissioni di metano: l’ONU lancia la crociata per abbatterle

Con più di 2800 morti, l’Italia è la peggiore in Europa per impatto del metano sulla salute

Nel rapporto “Le emissioni di metano in Italia” presentato oggi dal Wwf e dal Greenhouse Gas Management Institute (Ghgmi), il Belpaese è fanalino di coda con ben ¼ dei costi per la salute delle emissioni di metano nell’Europa a 28

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L’impatto del metano sulla salute in Italia vale 2,17 mld

(Rinnovabili.it) – L’Italia è all’ultimo posto in Europa, e di gran lunga, per l’impatto del metano sulla salute. I costi sanitari del gas fossile arrivano ogni anno alla cifra di 2,17 miliardi di euro. Praticamente il 25% del conto che paga tutta l’UE a 27 più la Gran Bretagna, anche se la popolazione italiana è appena il 13% del totale.

Lo sostiene il rapporto “Le emissioni di metano in Italia” presentato oggi dal Wwf e dal Greenhouse Gas Management Institute (Ghgmi). Che arriva in una fase in cui il governo italiano (come tutta Europa) sta moltiplicando gli sforzi per assicurarsi gas a sufficienza in caso di stop alle forniture dalla Russia. Anche appoggiando nuove infrastrutture.

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“Siamo molto preoccupati in questo momento rispetto al gas”, afferma la responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia Mariagrazia Midulla. “Noi prevediamo nei vari decreti contratti per i rigassificatori fino al 2043, questo è un modo di prevedere il nostro futuro energetico molto discordante con gli impegni che abbiamo preso”.

Secondo i dati presentati nel rapporto, solo nel 2019 sarebbero almeno 2.864 le morti premature ascrivibili all’uso di gas fossile. Oltre ai decessi, l’impatto del metano sulla salute in Italia spazia poi dai 15mila casi di impatti respiratori su adulti e bambini, ai 4.100 ricoveri in ospedale, agli oltre 5 milioni di giorni lavorativi perduti per malattie ricollegabili all’impiego di CH4.

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Il metano sul banco degli imputati, però, non è solo quello usato dal comparto energetico. La quota più grande di emissioni, infatti, arriva dall’agricoltura e dall’allevamento (il 44,2% del totale), mentre il 37,9% dalle discariche e poco meno del 18% dalla generazione di energia elettrica. Se sotto questo profilo il Belpaese si allinea alla media europea, ben diversa è la situazione degli sforzi per tagliare le emissioni di metano. Guardando ai dati del periodo 2000-2019, si legge nel rapporto, l’Italia è solo 18° (su 28 paesi) per riduzione del CH4.