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Migliorare le politiche sul clima conviene: +3% PIL globale nel 2050

Un rapporto dell’OECD e dell’UNDP analizza l’impatto azione climatica sul PIL: più ambizione oggi vale +3% nel 2050 e +13% nel 2100

Gap azione climatica: 41 indicatori su 42 sono fuori rotta
Foto di Lucas George Wendt su Unsplash

Nel 2040 l’economia globale potrebbe aumentare dello 0,2% se mettiamo in campo delle politiche climatiche più incisive e ambiziose. Continuare sulla strada che stiamo percorrendo oggi, invece, potrebbe costarci 1/3 del prodotto interno lordo mondiale. Lo ha calcolato un rapporto dell’OECD e dell’UNDP che analizza l’impatto azione climatica sul PIL.

Impatto azione climatica sul PIL, gli scenari OECD

Il messaggio del rapporto è in controtendenza rispetto agli appetiti sempre più tiepidi di molti paesi nel proporre politiche climatiche con obiettivi ambiziosi. Accelerare la transizione conviene: il guadagno netto c’è.
L’azione climatica, se ben strutturata, non ostacola bensì stimola la crescita economica. Gli autori calcolano che adottando misure ambiziose per ridurre le emissioni, si potrebbe ottenere un incremento netto del PIL globale dello 0,2% nel 2040.

Un dato che, seppur modesto a prima vista, sarebbe un contributo significativo al benessere economico globale. Lo dimostrano altri numeri: gli investimenti necessari per portarci su una traiettoria più ambiziosa possono tradursi in un incremento del PIL pro capite del 60% nelle economie avanzate e del 124% in quelle a reddito più basso entro il 2050. Un segno molto più concreto del valore aggiunto di una transizione verso un’economia a basse emissioni. Per tradurlo: 175 milioni di persone potrebbero uscire dalla povertà estrema.

Senza contare che, se nell’equazione si aggiungono gli impatti che la mitigazione e l’adattamento avrebbero sugli eventi climatici estremi, le proiezioni portano a un PIL al +3% nel 2050 e addirittura a +13% nel 2100, rispetto alla traiettoria attuale.

Il costo dell’inazione sarebbe altissimo. Lasciata libera di manifestare il suo impatto sul PIL globale, la crisi climatica potrebbe causare una riduzione dell’economia mondiale fino a un terzo entro la fine del secolo.

Considerazioni e scenari che OECD e UNDP sostengono debbano essere al centro del nuovo round di impegni nazionali sul clima (gli NDC) con orizzonte 2035, che tutti i paesi dovrebbero presentare entro la COP30 in Brasile a fine 2025.

“Gli NDC previsti per il 2025 sono un’opportunità per catturare le sinergie tra clima e crescita. Ma per sbloccare il loro pieno potenziale, devono essere ambiziosi, implementabili e investibili, ampliando la proprietà, mobilitando la finanza e generando benefici per l’economia e le persone”, sottolinea il rapporto.

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