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Il progetto di legge regionale idroelettrico è “strategico” ora più che mai

Nel caso la norma regionale non venga approvata, alla scadenza delle concessioni, lo Stato procede con una gara europea a cui può partecipare chiunque

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Il pdl riguarda solo ed esclusivamente le grandi derivazioni

“Rimango sempre più basito di fronte alle dichiarazioni di esponenti politici che, commentando il progetto di legge regionale sulle grandi derivazioni idroelettriche, attualmente in discussione in Commissione consiliare, dimostrano di avere le idee assai confuse”. Così interviene l’Assessore all’Ambiente della Regione del Veneto, Gianpaolo Bottacin, precisando rispetto ad alcune dichiarazioni fuorvianti sul tema.

“Tanta è infatti la confusione nel commentare un progetto che evidentemente qualcuno non ha letto bene – sottolinea l’Assessore -. Innanzitutto va chiarito che esso riguarda solo ed esclusivamente le grandi derivazioni perché la norma statale, a cui il Pdl si riferisce, parla solo di grandi derivazioni”.

“Detto questo, se analizziamo cosa può accadere qualora si approvi il mio progetto di legge o non lo si approvi – prosegue Bottacin -, le conseguenze sono sensibilmente diverse. Nel caso la norma regionale non venga approvata, alla scadenza delle concessioni, lo Stato procede con una gara europea a cui può partecipare chiunque”.

“Diversamente, nel caso in cui la mia proposta diventi legge, le centrali idroelettriche sottese a grandi derivazioni diventano pubbliche, a titolo gratuito. E già questa è una svolta epocale; per cui è davvero incomprensibile la posizione di chi è contrario, a meno che non stia facendo l’interesse di qualche lobby”.

“Inoltre, in caso di approvazione, non sarà lo Stato a fare la gara europea – evidenzia Bottacin – ma la Regione che potrà anche scegliere di non farla, per il semplice motivo che viene introdotta in legge la possibilità di una gestione diretta da parte dell’ente pubblico. Ciò significa totale controllo dell’energia prodotta, cosa che in un momento come quello attuale o in vista di future crisi energetiche, diventerebbe assolutamente strategica. D’altronde questo è esattamente ciò che accade in Trentino Alto Adige”.

“Non ha un gran senso rivendicare l’autonomia – conclude l’Assessore – ma poi, quando si ha la possibilità di averla, preferire che sia lo Stato a gestire le partite. Lo trovo semplicemente assurdo. La legge in fase di approvazione sarà davvero una svolta per i territori interessati. In Lombardia, dove questa norma è già stata approvata, ha raccolto il voto convinto di tutto il centrodestra”.