Les Soulevements de la Terre aveva rilanciato la battaglia per la giustizia climatica in Francia
(Rinnovabili.it) – Il movimento per la giustizia climatica Les Soulevements de la Terre (LST) è stato appena sciolto dal Consiglio dei Ministri francese. La proposta era stata avanzata a marzo dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin, sull’onda delle proteste contro i mega-bacini idrici di Saint-Soline. Gli attivisti, insieme ai contadini della Confederation Paysanne, avevano protestato in massa contro queste infrastrutture, ritenute una devastazione ambientale e un’ingiusta privatizzazione dell’acqua in tempo di siccità.
“Con il pretesto di difendere la salvaguardia dell’ambiente incitano al sabotaggio e a provocare danni materiali, anche con la violenza”, si è giustificato il governo nel decreto di scioglimento. L’esecutivo francese denuncia attacchi contro la polizia e le infrastruttura da parte dei membri di Les Soulevements de la Terre.
Rimasta ferma dal 28 marzo, la proposta del Ministro dell’Interno ha subito un’accelerazione dopo le ultime proteste di LST, che negli ultimi giorni hanno preso di mira le cave di sabbia a Saint-Colomban e la TAV Torino-Lione.
Critiche al governo per la gestione della protesta
“Il governo ha appena avviato il processo di scioglimento dei Soulevements de la Terre – hanno reagito gli attivisti – Ma non si dissolve una rivolta (in francese, soulevement). Tutto continua. Perché voi siete, tutti siamo, les Soulevements de la Terre”. Il movimento ha anche lanciato una raccolta di firme online.
I Verdi e la sinistra francese (la France Insoumise) hanno deplorato questo atto del governo, criticando la criminalizzazione del dissenso e l’equiparazione dei movimenti per la giustizia climatica con i terroristi.
In quanto a uso della violenza, tuttavia, le critiche maggiori sono piovute proprio sul governo. Un gruppo di esperti dell’ONU, lo scorso 15 giugno, ha espresso preoccupazione per la repressione dei Soulevements de la Terre operata dalla polizia.
“La mancanza di moderazione nell’uso della forza nei confronti di membri della società civile che chiedono pacificamente la loro partecipazione ai processi decisionali riguardanti il loro futuro, l’accesso alle risorse naturali, la protezione dei diritti umani, la dignità e l’uguaglianza, non sarebbe solo antidemocratico, ma profondamente preoccupante per lo stato di diritto – hanno scritto gli esperti – Chiediamo alle autorità di intraprendere una revisione completa delle loro strategie e pratiche di polizia per consentire ai manifestanti di esprimere le loro preoccupazioni e facilitare la risoluzione pacifica delle controversie sociali”.
In queste ore è arrivato anche il biasimo di Amnesty International, oltre che la solidarietà da tanti movimenti sociali che guardano con ammirazione a questa nuova onda di mobilitazioni francesi, capaci di unire diverse istanze.