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Il Consiglio ha approvato l’aggiornamento del Piano di risanamento della qualità dell’aria (Prqa)

L’assessora Lombardi: “Aggiornamento necessario anche per le procedure d’infrazione rilevate dalla Commissione europea che ha contestato all’Italia il superamento sistematico e continuativo dei valori limite di alcune sostanze”.

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Lombardi: “L’aggiornamento di questo Piano ha rappresentato un modello di pianificazione forse unico nel suo genere”

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Marco Vincenzi, ha approvato la Proposta di deliberazione consiliare n. 77 del 3 febbraio 2022, “Aggiornamento del piano di risanamento della qualità dell’aria (Prqa)”.

Il provvedimento è stato illustrato da Roberta Lombardi, assessora regionale alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale, la quale ha esordito dicendo che “oggi arriviamo in quest’Aula alla conclusione di un lungo iter amministrativo e di aggiornamento del Piano, un percorso frutto di un articolato e complesso procedimento, avviato fin dal 2018, partendo dalle fasi di consultazione propedeutica alla Valutazione ambientale strategica, che ha portato i nostri uffici, che ringrazio sempre per l’enorme lavoro svolto insieme alla collaborazione di Arpa Lazio, a confrontarsi con circa 80 soggetti competenti in materia ambientale”. Lombardi ha spiegato che “particolare rilievo è stato dato alla partecipazione delle amministrazioni locali e dei cittadini che a seguito dell’adozione hanno avuto poi un periodo di tempo congruo per presentare osservazioni e suggerimenti alla Regione Lazio”.

Per l’assessore, “l’aggiornamento di questo Piano ha rappresentato un modello di pianificazione forse unico nel suo genere, in quanto si è dovuto costantemente prestare attenzione all’aggiornamento continuo dei dati sullo stato della qualità dell’aria della nostra regione, consentendo quindi un riscontro immediato rispetto all’obiettivo centrale, che è quello della protezione della salute dei cittadini e dell’equilibrio degli ecosistemi”. A tal proposito, Lombardi ha aggiunto che “l’obiettivo che ci proponiamo oggi è sicuramente ambizioso ma necessario per la salvaguardia della salute dei cittadini del Lazio, per il miglioramento generalizzato dell’ambiente e della qualità della vita, per assicurare uno sviluppo sociale ed economico sostenibile, per andare verso la riduzione delle emissioni di gas-serra, modificare i modelli di produzione e consumo pubblico e privato che incidono negativamente sulla qualità dell’aria”.

L’orizzonte temporale del Piano è fissato al 2025, in linea con gli impegni condivisi a livello nazionale per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, e con i traguardi stabiliti a livello europeo dal pacchetto clima ed energia e dalla strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed esclusiva, e si inserisce negli scenari operativi delle conferenze Onu sul clima. Lombardi ha spiegato che “l’aggiornamento del Piano si pone come obiettivo principale il raggiungimento entro l’anno 2025 dei valori-limite indicati nel decreto legislativo n. 155 del 2010, attuazione della Direttiva europea 50/2008 relativa alla qualità dell’aria per l’intero territorio della nostra regione”. L’assessora ha anche detto che “l’aggiornamento è stato necessario per far fronte alle criticità rilevate dalla Commissione europea, che con diverse procedure di infrazione, nel 2014, nel 2015, e l’ultima, nel 2020 ha contestato all’Italia il superamento sistematico e continuativo dei valori limite giornalieri e annuale applicabili alle concentrazioni di particelle PM10, nonché di biossido di azoto rispetto a due aree per quanto riguarda la nostra regione, la Valle del Sacco per quanto riguarda le PM10 e l’agglomerato di Roma per le PM10 e il biossido di azoto”.

Il Prqa definisce tre settori fondamentali in cui sono state individuate le misure e le azioni da adottare: la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico e privato; l’economia circolare e l’energia; l’agricoltura e la zootecnia. Per quanto riguarda le risorse economiche che sono state stanziate per dare attuazione al Piano, Lombardi ha precisato che “nell’ambito dei finanziamenti europei, attraverso POR FESR e POR FEASR, che hanno concorso all’attuazione delle azioni di qualità dell’aria previsto nel Piano, sono complessivamente previsti circa 210 milioni di euro, circa 90 milioni per mobilità e trasporto pubblico e privato, circa 90 milioni per economia circolare ed energia, circa 30 milioni per agricoltura e zootecnia”. Tali fondi sono integrati anche da finanziamenti regionali e ministeriali.

Il presidente della commissione Ambiente, Valerio Novelli (M5s), è intervenuto per sottolineare “il grandissimo senso di responsabilità del lavoro dell’ottava commissione” e per ribadire che si tratta di “un atto veramente molto complesso, molto ambizioso, fondamentale per la transizione ecologica che stiamo portando avanti qui in Regione Lazio”. Novelli ha poi ricordato le “tantissime associazioni del mondo delle attività produttive, del mondo agricolo e tutte quelle parti sociali interessate da questo Piano, che sono intervenute nel corso delle quattro giornate di audizione svolte dalla commissione proprio per cercare di spiegare a tutti e di comprendere fino in fondo l’importanza di questo Piano di tutela dell’aria”.

Infine, è intervenuto in Aula anche il presidente della commissione Rifiuti, Marco Cacciatore (gruppo Misto), il quale ha detto che “il Piano di qualità dell’aria è sicuramente un obiettivo che questa legislatura consegue”, ma ha criticato la scelta di “depotenziare” il Piano regionale rifiuti a causa della decisione del commissariamento sull’inceneritore di Roma. Cacciatore ha poi ricordato che già in commissione aveva “sollevato alcuni punti, come una forte spinta sull’insediamento delle fonti da energia rinnovabile, che deve diventare obbligatoria, non deve più lasciare alternativa, altrimenti questo Paese non parte sotto questo punto di vista”. Nella parte finale del suo intervento, il presidente della decima commissione ha puntualizzato che “la qualità dell’aria, come le energie rinnovabili, come il rispetto della normativa e della dignità dei lavoratori fino all’efficienza dei servizi, sono purtroppo vittime in questo Paese di un fenomeno che è in atto da decenni, ovvero l’appropriazione indebita di risorse pubbliche collettive e spesso naturali in mano a pochi. In questo Paese l’uno per cento della popolazione detiene il 25 per cento della ricchezza”.

La delibera è stata approvata insieme a sei emendamenti: tre della Lega, uno di Cacciatore e tre a firma dei consiglieri Marta Leonori (Pd), Marietta Tidei (gruppo Misto) e Loreto Marcelli (M5s).