I dati dell’Inpe certificano il crollo ad aprile. Nei primi 4 mesi dell’anno il ritmo della deforestazione segna -41%. Male invece il Cerrado, dove le motoseghe viaggiano 3 volte più veloce che in Amazzonia
Lo scorso mese sono spariti 329 km2 di Amazzonia brasiliana
(Rinnovabili.it) – Prima buona notizia per l’Amazzonia brasiliana da quando, lo scorso gennaio, è tornato al potere Lula, che ha fatto della lotta al disboscamento la sua bandiera. Ad aprile, la deforestazione nella foresta tropicale più estesa del Pianeta è calata del 67,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Sono finiti sotto la lama delle motoseghe 329 km2 di foresta, un’area abbastanza grande da ospitare 48mila campi da calcio, rispetto ai 1.026 del 2022. È un dato inferiore anche alla media storica per quel mese, che si attesta a 455 km2.
Rallenta la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana
Una flessione molto consistente che restituisce il segno meno a tutto il 2023. I primi quattro mesi dell’anno, infatti, hanno cumulativamente registrato -41% rispetto al primo quadrimestre dell’anno scorso, con un totale di 1.173 km2 di Amazzonia brasiliana disboscati. Lo indicano i dati dell’Inpe, l’Istituto nazionale per la ricerca spaziale del Brasile che si occupa di monitorare via satellite l’evoluzione della deforestazione sia in Amazzonia che nel Cerrado e nel Pantanal.
Numeri che confermano i dati preliminari del programma DETER, ma ancora insufficienti per stabilire con certezza che ci sia stata un’inversione di tendenza rispetto all’era di Bolsonaro. “I dati di aprile sono stati accolti come un segnale positivo, ma purtroppo non possiamo ancora dichiarare una tendenza alla diminuzione della deforestazione in Amazzonia. I numeri sono molto alti e la stagione secca, favorevole alla deforestazione, non è ancora iniziata”, spiega Mariana Napolitano, responsabile della conservazione del WWF Brasile.
Record negativo per il Cerrado
Arrivano invece cattive notizie dal Cerrado, la più grande savana tropicale al mondo. Solo nei primi 4 mesi dell’anno è stato degradato il 17% di territorio in più rispetto al 2022, un’area pari a 2.133 km2. Il dato è molto significativo anche in termini assoluti: è il 48% più alto della media storica. Il boom è avvenuto anche ad aprile – in controtendenza, quindi, con il dato sull’Amazzonia – quando sono spariti 709 km2 di ecosistema rispetto ai 541 di aprile 2022. Il triplo rispetto alla deforestazione avvenuto in contemporanea nell’Amazzonia brasiliana.