Per implementare l'uso dell'idrogeno da fonti rinnovabili non è necessaria solo l'infrastruttura, ma un potenziamento della piccola industria e l'impegno dei governi nazionali.
Secondo gli esperti, la realizzazione di un mercato europeo dell’idrogeno verde è un sogno (troppo) ambizioso
(Rinnovabili.it) – Secondo gli osservatori, è probabile che l’obiettivo dell’Unione europea di aumentare l’uso del cosiddetto idrogeno verde si trasformi ben presto in un sogno irrealizzabile, a meno che il blocco non riesca a trovare miliardi di investimenti e, soprattutto, persuadere gli stessi Stati membri a dare il loro sostegno.
L’obiettivo europeo sull’idrogeno verde è quello di ampliarne la produzione e l’uso specie nei settori industriali particolarmente inquinanti, dalla chimica alla produzione di acciaio. Oltre a garantire le zero emissioni entro il 2050, il combustibile permetterebbe all’eurozona di diventare leader in un mercato che potrebbe avere un valore di 1.200 miliardi di dollari entro la metà del secolo.
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Il mese scorso, la Commissione Europea ha delineato un piano per espandere la produzione e l’uso di idrogeno verde, vale a dire prodotto utilizzando energia rinnovabile eolica e solare. “Non è affatto facile, serve tutto, soprattutto aumentare la produzione e la domanda. Inoltre, è necessario disporre dell’infrastruttura. Molti fattori devono combinarsi“, ha dichiarato Noe van Hulst, inviato per l’idrogeno per il governo olandese.
L’industria pesante europea consuma già milioni di tonnellate di idrogeno ogni anno, ma la produzione deriva principalmente da carbone o gas naturale, contribuendo quindi alle emissioni di gas serra. La produzione di idrogeno verde costa molto di più, sia rispetto al cosiddetto idrogeno grigio, prodotto da combustibili fossili, sia rispetto all’idrogeno blu, che si basa sull’energia degli idrocarburi ma catturando le emissioni risultanti.
Barclays stima che, nei prossimi 30 anni, i costi globali solo per i sistemi di produzione potrebbero essere di 500 miliardi di dollari per l’idrogeno verde e blu. Ulteriori investimenti in infrastrutture, comprese le reti di distribuzione, potrebbero far raddoppiare questa cifra fino a 1 miliardo di miliardi. “Potenzialmente, la sfida infrastrutturale è molto più grande rispetto a qualsiasi altra tecnologia emersa per la decarbonizzazione negli ultimi 10-15 anni”, ha affermato Ben Gallagher, membro della società di consulenza Wood Mackenzie.
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Secondo Wood Mackenzie, le aziende europee hanno in programma una pipeline da 9,4 GW per l’idrogeno verde, prevista entro il 2030. L’obiettivo provvisorio dell’UE è quello di raggiungere 6 GW di capacità entro il 2024. Tuttavia, con un tasso di successo tipico del 20-30% per i grandi progetti di sviluppo infrastrutturale, il raggiungimento dell’obiettivo dell’UE per il 2024 richiederebbe progetti da 20-30 GW per essere in cantiere entro l’inizio del 2021.
Ma è anche necessario un potenziamento della piccola industria dell’idrogeno verde e per fare questo, secondo gli analisti, sarà indispensabile l’intervento dei governi nazionali, attraverso incentivi per indurre e supportare l’uso del combustibile. Infatti, spetta agli Stati membri implementare e realizzare la “visione” della Commissione UE.