I grandi inquinatori non sono solo i miliardari: il 10% con più emissioni ne genera 22 t l’anno, oltre 4 volte la media globale, e include quasi 800 mln di persone
Un dossier Iea traccia l’identikit dei grandi inquinatori
(Rinnovabili.it) – Il 10% più inquinante della popolazione mondiale genera praticamente metà dei gas serra globali (il 48%). Mentre il 10% con l’impronta di CO2 più leggera è responsabile appena dello 0,2% globale ed emette in media 22 volte meno. Un dato che conferma quanto la crisi climatica sia un punto d’osservazione privilegiato per analizzare le disuguaglianze sull’intero Pianeta. Ma qual è l’identikit dei grandi inquinatori? Non quello che ci si potrebbe aspettare.
Non solo i super-ricchi
A inquinare non sono soltanto quelli che definiremmo “super-ricchi”. Il decile più alto, infatti, ospita ben 782 milioni di persone. Ciascuna di esse, in media, nel 2021 ha emesso 22 t CO2. Ma i milionari e i miliardari, in tutto il mondo, sono 10 volte di meno: appena 46,8 milioni di individui, cioè lo 0,6% della popolazione mondiale.
“Il 10% dei principali emettitori è presente in tutti i continenti”, spiega l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) in un dossier sul profilo socio-economico dell’impronta di carbonio. “Circa l’85% di loro vive nelle economie avanzate – tra cui Australia, Canada, Unione Europea, Giappone, Corea, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Regno Unito – e anche in Cina. Il resto proviene dal Medio Oriente, dalla Russia e dal Sudafrica, in paesi con una disuguaglianza di reddito e di ricchezza relativamente elevata e con mix di combustibili ad alta intensità di emissioni”.
Grandi inquinatori: una questione di trasporto
A fare la vera differenza nell’identikit dei grandi inquinatori non è la geografia ma il reddito. Chi ha una condizione economica più agiata inquina molto di più delle fasce medio-basse. Con delle disuguaglianze più che evidenti man mano che si sale verso la cima della piramide. Lo 0,1% più ricco, ad esempio, emette 10 volte più di tutto il resto del 10% più abbiente. E ha un’impronta di CO2 di 200 t l’anno.
Non è tanto il modo in cui cuciniamo o l’elettricità che ci serve per l’abitazione a fare la differenza. Lo scostamento di CO2 tra ricchi e poveri è dovuto in misura preponderante ai trasporti. E soprattutto agli aerei. “Il consumo domestico di calore ed elettricità, una parte del quale è un servizio energetico essenziale per tutti gli individui, è più uniforme tra i gruppi di reddito. Al contempo, l’energia legata al trasporto personale presenta disparità particolarmente elevate tra le principali economie. Nell’ambito dei trasporti, le emissioni legate all’aviazione sono particolarmente diseguali”, sottolinea l’Iea.