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I segnali acustici e vibrazionali animali sotto la lente della ricerca ambientale

Gli esseri umani con le loro attività modificano il paesaggio sonoro e vibrazionale in modo importante, andando a influenzare il comportamento degli animali selvatici. Suoni e vibrazioni, insieme altri segnali - come luce, colori e odori- compongono il più complesso "paesaggio sensoriale" degli animali.

Uccelli europei: il climate change ne cambia fisico e comportamento
Foto di Pexels da Pixabay

Un workshop su bioacustica e biotremologia alla FEM

Il lockdown conseguente alla pandemia di COVID-19 ha stimolato l’interesse del mondo scientifico verso le risposte degli animali al paesaggio sonoro, in particolare la loro reazione al rumore antropico, cioè provocato dalle attività dell’uomo.

Il tema dei segnali acustici e vibrazionali nel mondo animale è stato al centro del workshop che si è svolto nei giorni scorsi alla FEM, promotrice di un innovativo confronto sui temi della bioacustica e biotremologia.
All’evento hanno preso parte i ricercatori del Centro Ricerca e Innovazione, ma anche ospiti di rilievo internazionale, tra cui il prof. Thierry Legou della Aix-Marseille Université (Laboratorio Linguistico) e il prof. Gianni Pavan dell’Università di Pavia (CIBRA).

“Aumentare le conoscenze su questi argomenti di grande interesse per la conservazione implica affinare la capacità dei ricercatori di acquisire dati sul paesaggio sensoriale” affermano i ricercatori Francesca Cagnacci, responsabile dell’Unità di ecologia animale e Valerio Mazzoni, responsabile dell’Unità protezione delle piante.
Gli esseri umani con le loro attività modificano il paesaggio sonoro e vibrazionale in modo importante, andando a influenzare il comportamento degli animali selvatici. Suoni e vibrazioni, insieme altri segnali – come luce, colori e odori- compongono il più complesso “paesaggio sensoriale” degli animali.
“Qui al Centro Ricerca e Innovazione -spiegano i ricercatori- , abbiamo molta esperienza nello studio delle risposte animali agli stimoli antropici utilizzando ad esempio collari GPS e trappole fotografiche”. Di qui la necessità di includere nuovi sensori e dunque nuove variabili per meglio definire l’interazione tra animali e ambiente. Nel workshop si è parlato per la prima volta di integrare ai segnali acustici, già noti nel panorama scientifico, i segnali vibrazionali. A questo proposito FEM ha acquisito nel corso degli anni una grande competenza sulla biotremologia, la disciplina che si occupa della comunicazione vibrazionale animale, che finora è stata applicata principalmente agli agroecosistemi, ma che da adesso verrà impiegata anche in campo ecologico per la rilevazione delle vibrazioni ambientali.