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Greta Thunberg fermata dalla polizia a Lutzerath, il paese che sarà ingoiato dalla miniera di lignite

Greta Thunberg fermata dalla polizia a Lutzerath
Crediti: Greenpeace

L’attivista svedese si è unita alle proteste in Germania

(Rinnovabili.it) – Il compromesso tra Berlino e RWE è “vergognoso” ed è ancora più “strano” che l’abbiano fatto i Verdi tedeschi. Lo ha detto Greta Thunberg parlando sabato 14 gennaio di fronte agli attivisti di Lützerath, che hanno occupato il paese in protesta contro l’espansione della miniera di lignite di Garzweiler. “Come è possibile? Nel 2023?”, ha continuato, ricordando poi che “la scienza è chiara: dobbiamo lasciare il carbonio sotto terra”.

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Il bilancio delle proteste a Lützerath

Per sgomberare i manifestanti, da giorni è intervenuta la polizia tedesca in assetto antisommossa. Sgombero che, a diversi giorni dall’inizio delle operazioni, è praticamente finito (resterebbero soltanto due attivisti in un tunnel sotterraneo). Bilancio: Greta Thunberg fermata e portata via con la forza, 12 altri attivisti arrestati, e scontri tra manifestanti e polizia che si sono fatti via via più violenti con numerose cariche degli agenti, lanci di pietre, bottiglie e altri oggetti.

Alla fine il servizio medico della protesta ha parlato di centinaia di attivisti feriti dalle botte dei poliziotti, la polizia di 9 attivisti portati via in ambulanza e 70 agenti contusi. La polizia dice che ad ascoltare Greta, che parlava dai campi attorno a Lützerath, c’erano 15mila persone, gli organizzatori della protesta dicono 35mila.

La miniera si allarga

Il patto a cui si riferisce Greta Thunberg lo hanno siglato l’anno scorso i vertici di RWE, il colosso minerario ed energetico tedesco, e due personaggi di spicco dei Verdi tedeschi: Mona Neubaur, che era la vice premier del Land del Nord Reno-Westfalia, e Robert Habeck, alla guida del partito e oggi superministro dell’Economia e della Transizione Ecologica.

Cosa prevedeva l’accordo? RWE accetta di anticipare di 8 anni l’addio al carbone, dal 2038 al 2030. In cambio può espandere la miniera di lignite e cancellare dalla mappa Lützerath, paese già spopolato proprio per lasciare spazio all’estrazione del combustibile fossile.

Ma gli attivisti hanno denunciato il patto. Sembra vantaggioso per l’anticipo della data del phase out, ma in realtà non cambierà di molto la quantità di CO2 emessa: sarà generata semplicemente in un periodo di tempo più breve. Sotto il paese è stoccata una quantità di anidride carbonica pari a 280 Mt CO2. Estraendo quella lignite, la Germania quasi certamente non eccederebbe la sua quota di carbon budget disponibile prima di sforare Parigi.

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