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Green Recovery Tracker: il PNRR italiano non è all’altezza della transizione ecologica

C'è un significativo squilibrio nell'allocazione dei fondi tra settori e attività. In evidenza “la mancanza di un supporto adeguato ai pilastri portanti della transizione energetica” come “la generazione di energia rinnovabile e l'uso diretto dell'elettricità, nonché la mobilità sostenibile”

Green Recovery Tracker
via depositphotos.com

di Tommaso Tetro

La valutazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

(Rinnovabili.it) – “Le misure di risanamento dell’Italia non sono all’altezza del potenziale di transizione verde dei fondi disponibili”. Questa la valutazione dedicata al nostro Paese da Green Recovery Tracker, il portale che analizza i diversi Piani di ripresa e resilienza. Nonostante il Piano – da 235 miliardi totali – “preveda investimenti in misure rilevanti per la transizione verde, c’è un significativo squilibrio nell’allocazione dei fondi tra settori e attività. È probabile che molti degli investimenti verdi nel Piano – prosegue Green Recovery tracker – determinino solo uno spostamento incrementale verso un’economia climaticamente neutra e sembrano piuttosto insignificanti rispetto alle esigenze di una transizione a livello economico”.

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In particolare, viene messa in evidenza “la mancanza di un supporto adeguato ai pilastri portanti della transizione energetica”, come “l’espansione della generazione di energia rinnovabile e l’uso diretto dell’elettricità, nonché le infrastrutture locali per la mobilità sostenibile”. Nel complesso – viene spiegato – “il Piano e le relative riforme favoriscono le procedure autorizzative per le infrastrutture del gas senza spingere all’elettrificazione degli usi finali di energia. C’è anche il rischio che una quota relativamente elevata dei fondi venga assegnata a progetti, per esempio sul biometano e sull’idrogeno, che sono attribuibili al settore del gas. In alcuni casi, le attività del gas fossile possono accedere direttamente alle risorse di recupero, come per esempio l’inclusione del sostegno alle caldaie a gas negli investimenti di efficienza energetica o il sostegno agli autobus alimentati a gas”, cosa che “rallenterebbe la transizione climatica”.

Il Piano di ripresa dell’Italia, secondo il portale, raggiunge “una quota di spesa verde Ue del 16%, al di sotto del benchmark del 37% dell’Ue. Allo stesso tempo, il 26%”, quasi 50 miliardi, “può avere un impatto positivo o negativo sulla transizione verde” a seconda dell’attuazione delle relative misure. 

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Con l’intero pacchetto di risanamento (compresi i fondi dell’Ee Recovery facility, React Ee e del Fondo complementare) l’Italia raggiunge “una quota di spesa verde del 13%. Inoltre, troviamo che, complessivamente, il 28% (66,7 miliardi di euro) può avere un impatto positivo o negativo sulla transizione verde a seconda dell’attuazione”. Sembra poi necessario “un ulteriore controllo durante la pianificazione, revisione e attuazione”.