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Vogliamo un Green Deal globale! Ecco l’alleanza mondiale per la ripresa verde

Nasce oggi la Global Alliance for a Green New Deal, creata da 21 politici di 19 paesi tra cui Stati Uniti, UK, Francia, Indonesia, Brasile, Malesia, Costarica. La richiesta è modellare la ripresa verde affinché renda l’economia più verde e la società più equa

By Lorie Shaull – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52090097

Giustizia sociale e climatica al centro del Green Deal globale

(Rinnovabili.it) – Un’economia più verde e una società più giusta. Deve essere questo l’obiettivo della transizione ecologica. E per arrivarci conviene pensare in grande: serve un Green Deal globale. È la proposta di oltre 20 politici provenienti da tutto il mondo, da potenze mondiale come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna ma anche da paesi in via di sviluppo come il Brasile. insieme lanciano oggi la Global Alliance for a Green New Deal.

Bisogna ripartire dalla pandemia di coronavirus per dare una sterzata decisa e prendere sul serio la crisi climatica. Ne sono convinti i sostenitori di questa iniziativa, tra i quali spiccano la deputata statunitense Ilhan Omar, già promotrice del Green New Deal americano insieme a Alexandra Ocasio-Cortez, Paola Vega dal Costarica, Joenia Wapichana dal Brasile, Manon Aubry dalla Francia e Clive Lewis dagli UK.

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L’alleanza per un Green Deal globale chiede “un Green New Deal in grado di trasformare le nostre società ed economie in modo che siano più verdi ed eque deve essere al centro della ripresa del Covid, a livello locale e globale”. La gestione delle crisi attuale può essere molto migliore.

“I più poveri sono stati abbandonati, le grandi società ne hanno tratto profitto e la possibilità di accedere al vaccino è stata determinata dalla capacità di pagare. Possiamo fare di meglio. Non dobbiamo aspettare accordi internazionali sulle crisi del clima e della natura. Il cambiamento può avvenire ora”, si legge sul sito dell’alleanza.

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Sullo sfondo, fanno di nuovo capolino alcuni temi storici delle lotte della sinistra globale degli ultimi trent’anni. A partire della richiesta di ristrutturare il debito per i paesi in via di sviluppo. Ma il cambiamento climatico e le politiche di contrasto restano al centro. Così come centrale è il tema della giustizia sociale, strettamente intrecciata alla giustizia climatica.

“Poiché le conseguenze della crisi climatica diventano sempre più allarmanti, le disuguaglianze stanno crescendo e i più poveri sono colpiti più duramente dagli impatti di un clima che cambia”, spiega al Guardian l’eurodeputata Manon Aubry. “Se vogliamo politiche climatiche eque, sistematiche ed efficaci, abbiamo bisogno di un cambiamento radicale lontano dal libero scambio e dall’ideologia del libero mercato”.