Il programma di lavoro della Commissione UE per il 2024 lascia fuori gli ultimi, importanti tasselli del Green Deal. Prima delle elezioni di giugno, von der Leyen ha scelto di concentrarsi soprattutto su temi di economia e competitività. Inquinamento da sostanze chimiche, sostenibilità alimentare e benessere animale spariscono dai radar
Bruxelles si impegna solo a completare l’iter della Nature Restoration Law
(Rinnovabili.it) – Il 2024 della Commissione europea non sarà verde. Dal programma di lavoro per l’anno prossimo – prima delle elezioni del 6-9 giugno – pubblicato ieri dall’esecutivo UE mancano tutti gli ultimi tasselli del Green Deal europeo. La tabella di marcia non contempla la riforma del regolamento REACH sulle restrizioni per le sostanze chimiche. Né fa menzione di una norma sui sistemi alimentari sostenibili. E si dimentica anche del provvedimento sul benessere animale.
Una vittoria per l’industria chimica e per l’agribusiness che hanno remato contro questi provvedimenti per molto tempo. E più l’attrito fra socialisti e popolari europei aumentava negli ultimi mesi – mettendo al centro della contesa, molto spesso, proprio temi cardine del Green Deal europeo – più le ambizioni verdi della Commissione trapassavano in un grigio spento. Dall’accantonamento del pilastro verde della Commissione von der Leyen, nel 2024, si salvano solo i dossier già incamminati, incluso quello estremamente controverso della legge sul ripristino della natura.
Cosa mancherà nel Green Deal europeo
La riforma del regolamento REACH era stata promessa nella cornice della Chemicals Sustainability Strategy presentata dalla Commissione tre anni fa. L’obiettivo dichiarato era coniugare una maggior protezione dell’ambiente e della salute dei cittadini con un boost per la competitività dell’industria europea. Senza toccare il dossier i tempi di identificazione e restrizione delle sostanze resterà lunghissimo: oggi ci possono volere anche 20 anni. E resterà il far-west per quanto riguarda gli interferenti endocrini.
Gettare nel dimenticatoio i sistemi alimentari sostenibili significa azzoppare nuovamente la già martoriata strategia Farm to Fork, claudicante fin dall’approvazione, nel 2021, di una riforma della politica agricola comune che non ha imparato dagli errori del passato e continua a premiare la grande industria dell’agribusiness anche in assenza di azioni realmente a tutela dell’ambiente. Altro sgambetto alla F2F è l’addio alla legge sul benessere animale, che avrebbe potuto mettere l’UE all’avanguardia nel mondo su questo tema.
Scelte, quelle della Commissione, che fanno scalpitare la società civile. “Sappiamo che la riforma REACH e la revisione del benessere degli animali erano pronte, e anche la legge sui sistemi alimentari sostenibili era in cantiere. Sacrificarli è una decisione politica oltraggiosa, che ignora la scienza e le richieste dei cittadini a favore di considerazioni elettorali a breve termine. Compromette l’eredità di questa Commissione. La presidente von der Leyen non può pretendere di realizzare il Green Deal chiudendo un occhio sui prodotti chimici, sul benessere degli animali e sui sistemi alimentari. La salute delle persone e la biodiversità dell’Europa non sono priorità di secondo piano, e il costo di un’ulteriore inazione è spaventosamente alto”, accusa Faustine Bas-Defossez di EEB.