Rinnovabili • Grande barriera corallina: offensiva dell’Australia per evitare il declassamento

Australia, il governo fa finta di proteggere la grande barriera corallina

A fine gennaio atteso un nuovo evento massa di sbiancamento dei coralli. Intanto il piano strategico di protezione del reef, pubblicato ieri dal governo, si affida soltanto alla riduzione della CO2. Ma la politica climatica australiana non ha obiettivi a breve termine

Grande barriera corallina: offensiva dell’Australia per evitare il declassamento
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La grande barriera corallina è già sotto stress termico adesso

(Rinnovabili.it) – Il nuovo piano dell’Australia per proteggere la grande barriera corallina ha un lato positivo e uno (molto) negativo. Dopo anni di negazionismo, finalmente Canberra riconosce che il reef è in pericolo. Il documento cita gli eventi di sbiancamento di massa avvenuti nel 2016, nel 2017 e nel 2020. Uno studio indipendente, d’altronde, ha calcolato che dal 1995 all’anno scorso sono morti circa la metà dei coralli. Difficile negarlo ancora. L’aspetto negativo è che il piano australiano non fa nulla di concreto per invertire la rotta.

Nel piano strategico affiorano le stesse debolezze di fondo che rendono quasi impalpabile la ricetta di Canberra per contrastare il cambiamento climatico. Questo aggiornamento era atteso da 5 anni ma non ha portato nulla di realmente nuovo, accusano molte ong ambientaliste. In pratica, l’unica strada individuata per proteggere la grande barriera corallina è il taglio delle emissioni. Ma la politica climatica australiana è a dir poco fumosa: non prevede azioni specifiche immediate o obiettivi di breve termine, solo target al 2050.

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“Il piano dà la priorità alla limitazione degli impatti del cambiamento climatico, contribuendo agli sforzi globali per ridurre le emissioni. Ma poi ripete gli impegni inadeguati presi dal primo ministro alla recente conferenza sul clima di Glasgow”, precisa la sezione locale del Wwf.

Intanto, le previsioni del Noaa statunitense non lasciano presagire nulla di buono. Entro la fine di gennaio – il culmine dell’estate australe – i settori settentrionale e centrale della grande barriera corallina potrebbero essere colpiti di nuovo, per la 4° volta in appena 7 anni, da un evento di sbiancamento dei coralli. Le acque stanno già registrando ovunque dei valori più alti della norma e in alcuni settori la differenza supera i 2°C.

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Entro la fine di gennaio, se non interviene una Niña più duratura o una stagione dei cicloni più robusta, lo stress termico accumulato nelle acque australiane sarà sufficiente per dare il via al coral bleaching. Nelle tre settimane seguenti le stime mostrano che alcuni settori della barriera saranno da secondo livello di allerta, il più alto della scala di riferimento.