Spagna, Francia e Belgio hanno ricevuto l’80% delle importazioni di GNL russo in Europa
(Rinnovabili.it) – Come affrontare un’improvvisa crisi energetica il cui fulcro sono le forniture di gas naturale a rischio? Per l’Europa la principale risposta alla domanda è stata “con altro gas”. Al netto dei piani sulle rinnovabili, sul risparmio energetico e sul temporaneo utilizzo massivo di vecchie centrali fossili, la parola chiave per il Vecchio Continente è stata diversificare il più rapidamente possibile le importazioni di gas. E programmare l’arresto definitivo dei flussi di carburante dalla Russia. Un obiettivo non del tutto raggiunto che oggi sottolinea i punti deboli della strategia europea. Se da un lato, infatti, il consumo di gas naturale è diminuito, soprattutto quello targato Gazprom, dall’altro le forniture di GNL russo hanno registrato una crescita dell’11 per cento.
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Il dato arriva dall’ultimo European LNG Tracker dell’IEEFA che fornisce una rapida panoramica del settore. Un elemento è indubbio: nel 2023 il consumo di gas naturale in Europa ha toccato il livello più basso degli ultimi 10 anni. Il calo è stato guidato principalmente da Germania, Italia e Regno Unito (i paesi con la più alta percentuale di gas nel mix elettrico), aiutato da condizioni climatiche invernali decisamente più miti rispetto agli altri anni. Questo ha fatto sì che anche la domanda continentale di GNL sia rimasta nel complesso stabile. Ma la quota russa ha aumentato le dimensioni. Nel dettaglio le spedizioni verso la Spagna sono raddoppiate e verso il Belgio più che triplicate. E nel 2022 anche la Turchia e la Grecia hanno iniziato a importare GNL russo nel 2022.
Secondo il Tracker della IEEFA i terminali europei che hanno importato la maggior parte del gas naturale liquefatto russo tra il 2021 e il 2023 sono stati Zeebrugge (Belgio), Montoir-de-Bretagne (Francia), Bilbao (Spagna), Gate (Paesi Bassi), Dunkerque (Francia) e Mugardos (Spagna). E nel 2023 Spagna, Francia e Belgio si sono spartite l’80% del GNL russo importato.
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Nel frattempo il vecchio continente ha continuato a costruire nuove infrastrutture per il gas naturale liquefatto: otto terminali di importazione sono entrati in funzione dal febbraio 2022 e altri 13 progetti dovrebbero essere operativi entro il 2030. Ciò significa che la capacità combinata dei terminali europei potrebbe essere tre volte superiore alla domanda prevista entro la fine del decennio.