La ripresa post pandemia è poco verde, scrive l’Iea. Il rimbalzo del carbone è “scioccante e molto inquietante”, dice il numero 1 dell’Agenzia. Bene anche le rinnovabili. Nella corsa all’energia pulita la Cina resta prima con grande distacco su Europa e Stati Uniti
Emissioni al rialzo trainate da carbone e gas
(Rinnovabili.it) – Il 2021 ci riserverà un boom di emissioni. Il rimbalzo dopo la pandemia ci sarà eccome, prevede l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea). In termini assoluti la previsione si arresta appena prima dei valori del 2019. Ma la percentuale di crescita sarà (quasi) senza precedenti e, secondo le stime contenute nel rapporto Global Energy Review 2021, arriverà a circa il 5%. L’unico anno in cui la curva delle emissioni globali è stata più ripida è il 2010. Anche in quel caso un rimbalzo, dopo la crisi economica del 2008, che sfiorò il 6%. Anche la domanda globale di energia è destinata ad aumentare del 4,6%, più che compensando la contrazione del 4% nel 2020 e spingendo la domanda dello 0,5% al di sopra dei livelli del 2019.
Carbone e gas spingono in alto la curva delle emissioni
Due i fattori trainanti del boom emissivo che ci aspetta. Ed entrambi sottolineano quanto la ripresa post pandemica si stia velocemente trasformando in un’occasione mancata. Il primo fattore è la crescita del carbone. A dispetto della fuga degli investitori da questo combustibile fossile, dai piani di phase out e dalla competizione robusta delle rinnovabili anche in termini di costi, per l’Iea la domanda di carbone crescerà di un buon 60%. Più di tutte le rinnovabili prese insieme. “Questo aumento previsto invertirebbe l’80% del calo nel 2020, con emissioni che finiranno solo dell’1,2% (400 Mt) al di sotto dei livelli di emissioni del 2019”, si legge nel dossier. E il secondo fattore è la componente fossile che resta presente nei piani di ripresa di molti paesi.
Il boom del carbone avrà due perni: Asia e, in misura minore, Stati Uniti e Europa. La Cina da sola peserà per oltre il 50% di questo aumento. In un’intervista al Guardian, il direttore dell’Iea Fatih Birol ha definito l’aumento della domanda di carbone “scioccante e molto inquietante”. Per Birol “da un lato, i governi oggi affermano che il cambiamento climatico è la loro priorità. Ma d’altra parte, stiamo assistendo al secondo aumento delle emissioni più grande nella storia. È davvero deludente”.
Insieme al carbone cresce, e molto, anche il gas. L’incremento previsto è del 3,2% trainato dalla domanda in Asia, Medio Oriente e Russia. A conti fatti, la domanda globale si attesterà su livelli superiori a quelli del 2019 dell’1%. L’Iea sottolinea poi che “quasi ¾ della crescita della domanda globale nel 2021 proviene dai settori dell’industria e dell’edilizia, mentre la produzione di elettricità dal gas naturale rimane al di sotto dei livelli del 2019”.
Le rinnovabili rafforzate dalla pandemia
Il rimbalzo post Covid-19 continua però a premiare anche le rinnovabili. “La domanda di energie rinnovabili è cresciuta del 3% nel 2020 ed è destinata ad aumentare in tutti i settori chiave – energia elettrica, riscaldamento, industria e trasporti – nel 2021”, scrive l’Iea. Nel settore energetico la domanda si espanderà di più dell’8% per raggiungere gli 8.300 TWh. Si tratta della più grande crescita anno su anno mai registrata in termini assoluti, sottolinea il rapporto.
Solare fotovoltaico ed eolico peseranno per due terzi sulla crescita prevista delle rinnovabili, che sarà sostanziosa soprattutto nella generazione di elettricità (+30% nel 2021). La produzione di elettricità da solare fotovoltaico aumenterà di 145 TWh, o quasi il 18%, e si avvicinerà a 1.000 TWh nel 2021, mentre l’eolico è potrebbe crescere di 275 TWh, pari a circa il 17%. La Cina continua a guidare la cavalcata dell’energia pulita mondiale. Pechino dovrebbe generare oltre 900 TWh da solare fotovoltaico ed eolico, seguita ma a distanza dall’UE con circa 580 TWh e dagli Stati Uniti con 550 TWh.