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Giustizia ambientale, accordo UE sul regolamento di Århus

Il legislatori europei hanno trovato un accordo politico sulla modifica del regolamento n. 1367/2006. Obiettivo: consentire un maggiore controllo pubblico sugli atti comunitari in campo ambientale

Giustizia ambientale
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Bruxelles riuscirà a togliere i lacci alla giustizia ambientale?

(Rinnovabili.it) – Garantire alla società civile maggiori possibilità di rivolgersi alle istituzioni UE per chiedere un riesame di atti e decisioni legate all’ambiente. Con questo obiettivo in mente, la Commissione europea ha messo mano al Regolamento di Århus, la disciplina comunitaria sull’accesso alle informazioni e alla giustizia ambientale. Sulle modifiche proposte, Parlamento e Consiglio dell’Unione Europea hanno trovato finalmente un accordo politico che voteranno a breve; ultimo passo di un processo iniziato il 14 ottobre 2020.

“Accolgo con favore la modifica del regolamento di Århus concordata in via provvisoria tra i colegislatori, che rafforzerà la capacità della società civile e di un più ampio ventaglio di soggetti di esercitare un controllo sulle decisioni che incidono sull’ambiente”, commenta con soddisfazione Virginijus Sinkevičius, Commissario europeo all’Ambiente. “Si tratta di un elemento importante del sistema di pesi e contrappesi dello Stato di diritto ambientale per garantire che il Green Deal europeo apporti un cambiamento duraturo”.

Regolamento di Aarhus, cosa è e a cosa serve

In materia ambientale, l’accesso alla giustizia e alle informazioni così come la partecipazione del pubblico ai processi decisionali sono disciplinati dalla cosiddetta convenzione di Aarhus, un trattato internazionale sottoscritto in Danimarca nel 1998. Questa convenzione, ratificata da 46 Stati e dall’Unione europea, è considerata vincolante per le istituzioni e gli organi comunitari. E per attuarla nel 2006 è stato redatto il “Regolamento di Aarhus”. Questo provvedimento avrebbe dovuto garantire ai cittadini europei la possibilità di opporsi con mezzi legali a decisioni e normative delle autorità pubbliche. Eppure per molto tempo, la giustizia ambientale è rimasta fuori dalle aule dei tribunali. Oggi le cose stanno cambiando, ma a fatica. Ecco perché Bruxelles ha deciso di rimuovere alcuni ostacoli dal Regolamento che rendevano praticamente impossibile azioni legali contro decisioni di “portata generale”.

Secondo quanto riportato oggi dell’Esecutivo UE, la modifica concordata garantirà alla società civile un migliore accesso alla giustizia ambientale e climatica. Una possibilità garantita anche a persone “lese nei propri diritti” o che agiscano “di concerto nell’interesse pubblico”.

“Il regolamento modificato migliorerà ulteriormente l’apertura, la responsabilità e la coerenza degli interventi dell’Unione in campo ambientale e climatico. Contribuirà all’obiettivo della Commissione di realizzare un cambiamento trasformativo nell’ambito del Green Deal europeo, conferendo alla società civile maggiori poteri”. Ovviamente la strada non è completamente spianata. Le future richieste di riesame dovranno infatti essere appoggiate da almeno 4000 europei provenienti da almeno cinque Stati membri. E con almeno 250 persone provenienti da ciascuno dei Paesi.