Il governo giapponese adotterà la nuova strategia energetica a lungo termine prima della COP26
(Rinnovabili.it) – Decarbonizzare l’economia nazionale aumentando la quota delle rinnovabili e riattivando il parco nucleare. Il nuovo premier del Giappone, Fumio Kishida, è pronto a riprendere la politica energetica nazionale esattamente da dove l’ha lasciata l’ex primo ministro Yoshihide Suga.
D’altra parte l’obiettivo è il medesimo: raggiungere entro la metà del secolo la neutralità carbonica. Riducendo le emissioni di gas serra del 46% già entro il 2030 rispetto ai livelli del 2013. Ma il governo di Kishida dovrà trovare l’equilibrio tra affidabilità, costi e sicurezza e fra nuovi e vecchi impianti.
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Per conoscere la strategia energetica a lungo termine del Giappone bisognerà la fine di ottobre ma il premier non ha mai fatto mistero della sua posizione “pro atomo”. “Per il momento è necessaria l’energia nucleare”, aveva commentato a metà settembre. “Con la politica 2050 del Giappone di diventare carbon neutral, dobbiamo prepararci a usare più energia pulita. Affidarsi alle sole rinnovabili non è sufficiente, a causa di problemi che riguardano il costo delle fonti energetiche e la loro fornitura stabile. Abbiamo bisogno di più opzioni, compresa l’energia nucleare”.
Sul tema torna oggi il neo ministro all’Economia, Koichi Hagiuda. “Vorrei promuovere la massima adozione delle energie rinnovabili, il completo risparmio energetico e il riavvio delle centrali nucleari con la massima priorità sulla sicurezza”. Se il piano dovesse rispettare quanto promesso dal governo Suga, il Paese dovrebbe arrivare al 2030 con un 36-38% di energie rinnovabili nel mix elettrico e un 20-22% di nucleare, costituito solo da impianti già esistenti e riattivati. Ma nel partito di Kishida c’è chi preme per nuova potenza atomica. Il segretario generale del Partito Liberal Democratico, Akira Amari, e la presidentessa del Consiglio per la politica Sanae Takaichi vorrebbero vedere una nuova generazione di reattori a sostituzione della vecchia flotta o in aggiunta. Una possibilità che tuttavia non potrebbe soddisfare, per ovvi motivi economici, l’obiettivo 2030.
Il ministero dell’Economia Hagiuda ha affermato anche che continuerà a promuovere la politica del ciclo del combustibile nucleare in linea con l’obiettivo del governo di ridurre i rifiuti radioattivi ad alto livello e renderli meno pericolosi.