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La Germania rischia di non raggiungere i propri obiettivi climatici

La Germania rischia di non raggiungere i propri obiettivi climatici
La Germania rischia di non raggiungere i propri obiettivi climatici. Foto di Ansgar Scheffold su Unsplash

 di Simone Gerner, Rödl & Partner

E’ più facile porsi degli obiettivi che raggiungerli. A quanto pare, non solo in Italia. Lo dimostra il rapporto recentemente pubblicato dal Consiglio di esperti per le questioni climatiche in Germania. A differenza di quanto dichiarato a metà marzo dal Ministro dell’Economia e della Protezione del Clima, Robert Habeck, la Germania potrebbe non essere in grado di raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030. In un rapporto speciale pubblicato il 3 giugno scorso, il Consiglio di esperti ha esaminato le proiezioni dell’Agenzia federale per l’ambiente (Umweltbundesamt – UBA), avanzando seri dubbi circa la concreta possibilità di raggiungere i target di riduzione dei gas serra concordati a Berlino

Che cos’è il Consiglio di esperti per le questioni climatiche?

Il Consiglio di esperti per le questioni climatiche altro non è che una commissione di scienziati indipendenti esperti in materia di sostenibilità e transizione energetica, nominati ogni cinque anni dal Governo federale tedesco. Secondo la legge federale sulla protezione del clima (Klimaschutzgesetz – KSG), i compiti del Consiglio comprendono la revisione annuale dei dati preliminari dell’Agenzia federale per l’ambiente sulle emissioni di gas serra dell’anno precedente. Ogni due anni, inoltre, gli esperti presentano un rapporto che, tra l’altro, analizza l’efficacia delle misure di protezione del clima nel raggiungimento degli obiettivi climatici della Germania.

Emissioni sottostimate in diversi ambiti

Orbene, nell’ultimo rapporto di giugno, il Consiglio di esperti ha accertato che i dati delle proiezioni non consentirebbero di esprimersi circa la probabilità che le emissioni di gas serra decrescano effettivamente secondo il gradiente precedentemente ipotizzato. Secondo gli esperti, lo sviluppo delle emissioni prodotte nei settori dell’energia, degli edifici e dei trasporti e, in misura minore, nell’industria sarebbe stato sottostimato.

Nei calcoli dell’Agenzia federale per l’ambiente, ad esempio, sarebbero stati tralasciati alcuni fattori determinanti ai fini delle previsioni di crescita e decrescita delle emissioni di gas serra. In particolare, i calcoli del Ministro Habeck si sarebbero basati su dati registrati fino al mese di ottobre 2023, tralasciando completamente gli effetti sfavorevoli della decisione della Corte costituzionale federale (Bundesverfassungsgericht – BVerfG) del 15 novembre 2023 sul bilancio 2021 che ha comportato una riduzione dei fondi per il clima e una conseguente decelerazione nel programma di misure di lotta ai cambiamenti climatici da parte dello stato tedesco.

Dubbi anche sulla possibilità di traguardare gli obiettivi per il 2040 e il 2050

A tal proposito, giova ricordare che, secondo la legge sulla protezione del clima, entro il 2030 le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte di almeno il 65% rispetto ai livelli del 1990. Entro il 2040, la riduzione dovrebbe essere almeno dell’88% ed entro il 2050 la Germania si pone l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica, ossia gas serra prodotti pari o inferiori a quelli assorbiti. Ma la realtà potrebbe essere meno rosea delle previsioni iniziali: secondo i dati dell’ultimo rapporto del Consiglio degli Esperti, infatti, se dovesse proseguire il ritmo di decrescita attuale, raggiungere gli obiettivi climatici per il 2040 e 2050 sarebbe sostanzialmente inverosimile. Non resta che attendere la pubblicazione del prossimo report per rivalutare le probabilità di successo delle politiche di lotta al cambiamento climatico in Germania.  

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