Sono 7 i paesi la cui intensità di carbonio nella generazione di energia elettrica è superiore alla media dell’UE a 27 e frenano la decarbonizzazione
Roma ha un’intensità di carbonio nella generazione elettrica di 156 gCO2/kWh
(Rinnovabili.it) – C’è anche l’Italia tra i paesi che frenano la decarbonizzazione della rete elettrica dell’Unione Europea. Colpa della disinvoltura con cui Roma continua ad affidarsi a carbone e altre fonti fossili per la generazione elettrica. Insieme all’Italia, in questa lista nera stilata dal think tank Ember, ci sono anche Polonia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Belgio, Romania e Germania. Insieme, questi paesi saranno responsabili per l’80% delle emissioni del settore elettrico nel 2030.
Il rapporto appena pubblicato inchioda anche l’Italia, benché tra le pecore nere del continente sia quella più vicina alla media UE – e quindi il paese che con meno sforzo può mettersi in regola e permettere all’UE di tornare in carreggiata rispetto ai suoi obiettivi: tagliare le emissioni globali del 55% al 2030 (come propone la Commissione) o del 60% (come chiede l’europarlamento).
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Secondo i calcoli di Ember, l’Italia ha un’intensità di carbonio prevista al 2030 nella generazione elettrica pari a 156 grammi di CO2 per kWh. Appena più alto della media dell’UE a 27, che si ferma a 153. E ben distanziata dal penultimo paese nella lista, la Romania con 203. Classifica dominata, senza alcuna sorpresa, dall’est Europa: Varsavia con 566 gCO2/kWh, seguita da Praga con 425 e Sofia con 365.
Il rapporto prevede che le energie rinnovabili raddoppieranno nel prossimo decennio per soddisfare il 60% della domanda di elettricità dell’UE. In gran parte sarà grazie alla crescita di eolico e solare. In tutta l’UE, il 40% dell’elettricità sarà generato da energia eolica e solare, con Danimarca, Paesi Bassi e Spagna che peseranno per più del 60%.
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Nonostante questi progressi, Ember calcola che i combustibili fossili genereranno ancora il 25% dell’elettricità dell’UE entro il 2030. L’Italia non è nel mirino per il carbone, ma per il ruolo riservato al gas. Quasi tutta la produzione europea di carbone a fine decennio (circa il 90%) sarà concentrata in Polonia, Germania e Repubblica Ceca. La generazione di gas fossile vedrà ancora meno progressi, con pochi cambiamenti nel prossimo decennio. Il think tank sottolinea che paesi come Italia, Germania e Belgio prevedono nei loro piani nazionali un ruolo crescente per il gas fossile.