La posizione del nuovo governo di Cipro sul gasdotto EastMed
(Rinnovabili.it) – L’EastMed non sarà un gasdotto ma una “virtual pipeline”: un collegamento tra Israele, Cipro e l’Europa continentale assicurato da forniture di gas naturale liquefatto. Del gasdotto Eastmed originale resta in vita solo un moncone, la tratta che congiunge Nicosia e Tel Aviv. Sono le parole del ministro cipriota per l’Energia Giorgos Papanastasiou, l’ultimo a picconare l’idea di connettere i ricchi giacimenti di gas del Mediterraneo orientale con l’Europa via gasdotto.
Il declino del gasdotto EastMed
L’idea ha tenuto banco per anni ma di recente ha iniziato a perdere supporto. Gli Stati Uniti, un tempo grandi sponsor, a gennaio 2022 hanno esplicitamente affossato il progetto da 11-20 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Troppo alto il rischio di nuove tensioni nell’area (la Turchia è contraria perché sostiene di avere diritti di sfruttamento dei bacini ciprioti attraverso Cipro Nord). E Washington non ha cambiato idea nemmeno dopo l’attacco russo all’Ucraina e la crisi del gas.
Controcorrente è andata finora l’Europa: ha continuato a tenere in vita il gasdotto EastMed persino con l’ultimo aggiornamento del regolamento TEN-E, nel dicembre 2021. Dalle infrastrutture strategiche finanziabili dall’UE sono scomparsi tutti i nuovi progetti fossili, ma con una macro eccezione proprio per l’EastMed.
Una virtual pipeline per il gnl
Al posto dei 1.900 km di gasdotto EastMed sottomarino, per un investimento di almeno 6 miliardi di dollari, il nuovo governo di Cipro entrato in carica a febbraio preferisce realizzare una pipeline che colleghi i principali giacimenti offshore dell’area, sia ciprioti che israeliani. “Il Mediterraneo orientale ha abbastanza giacimenti. La maggior parte si trova all’interno della zona economica esclusiva di Israele, ma anche Cipro ha quantità sufficienti per concretizzare questo progetto”, ha assicurato Papanastastiou. Il gasdotto potrebbe essere ultimato in 18 mesi.
Il gas in arrivo sull’isola potrà poi essere liquefatto in impianti di nuova costruzione (servono 2,5 anni secondo le stime ufficiali) e quindi spedito in Europa via nave, approfittando anche del boom di capacità di rigassificazione in sviluppo in Europa (Italia inclusa). Questa virtual pipeline potrebbe ovviamente rifornire altri mercati, abbandonando l’Europa con il previsto calo della domanda di gas nei prossimi decenni. “Quando si dispone di gas naturale liquefatto, questo può andare in qualsiasi direzione. L’Europa ne ha più bisogno, ma si possono trovare mercati anche in Asia”, ha concluso il ministro.