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Gas, aggiornato il Piano di Emergenza per l’Italia

Il ministro dell'Ambiente Pichetto ha firmato il decreto di aggiornamento dei due Piani in materia di sicurezza energetica nazionale

Piano di emergenza gas
Foto di ds_30 da Pixabay

Rischi e contromisure per il gas in Italia

(Rinovabili.it) – In quale stato si trova il sistema italiano del gas? Quali sono i possibili scenari di rischio e quali misure sono state adottate per mitigarlo? E ancora: in che modo e con quali interventi l’Italia reagirebbe ad una crisi degli approvvigionamenti? A rispondere a queste domande sono il Piano di Emergenza e il Piano di  Azione Preventiva redatti dal Governo ai sensi del Regolamento UE n. 2017/1938. Il ministero dell’Ambiente Gilberto Picchetto ha firmato ieri sera il decreto che aggiorna i due documenti in vista della nuova stagione invernale al fine di assicurare, come richiesto da Bruxelles, un monitoraggio costante della situazione energetica.

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Piano di Emergenza per il sistema del gas naturale

Il Piano di Emergenza si fonda sui livelli di crisi stabiliti dal Regolamento comunitario – preallarme, allarme ed emergenza – e contiene le misure da adottare per contrastare tali situazioni.

Ad esempio, il livello di preallarme è attivato in caso di una riduzione significativa delle importazioni o di una previsione di una domanda totale giornaliera di gas eccezionalmente elevata (o eventi climatici sfavorevoli di eccezionale ampiezza geografica). E prevede: l’aumento delle importazioni, utilizzando la flessibilità dei contratti in essere; la riduzione della domanda di gas derivante da contratti interrompibili di natura commerciale; l’impiego di combustibili di sostituzione alternativi negli impianti industriali.

Per il livello di allarme, attivato da un inasprimento della situazione precedente, anche gli interventi messi in campo prevedono solo un’intensificazione di quanto già predisposto.

In caso di emergenza, invece, verrebbero attivate anche misure non di mercato. Dagli interventi per incrementare la disponibilità di gas in rete (es. clausola use it or lose it per la capacità allocata ma non utilizzata) alla definizione di nuove soglie di temperatura e/o variazione dei periodi di accensione e/o orari per il riscaldamento civile. Dall’attivazione della misura del servizio di interrompibilità tecnica dei prelievi all’utilizzo di stoccaggi di GNL con funzioni di “peak shaving”. Passando per la limitazione dell’uso di gas nella produzione elettrica e la riduzione obbligatoria del prelievo di gas dei clienti industriali.

Il Piano di Emergenza per il sistema italiano del gas contiene anche  l’elenco degli obblighi informativi e delle misure specifiche per l’energia elettrica e il teleriscaldamento, la definizione dei ruoli e delle responsabilità dei vari soggetti coinvolti. LEGGI QUI IL DOCUMENTO

Piano di Azione preventivo per il sistema del gas naturale

Il Piano di Azione Preventivo si basa, invece, sulla Valutazione dei Rischi 2023 recentemente effettuata da Snam, con il coinvolgimento di tutti i principali operatori del sistema gas italiano. Si parte dallo stato attuale. Oggi, si legge nel documento, il “sistema infrastrutturale gas italiano è molto diversificato e assicura la copertura di una domanda gas che negli ultimi anni, con l’eccezione del 2022, è sempre rimasta significativamente superiore ai 70 Gm3 anno”. Il gas disponibile sul mercato italiano proviene da:

  • produzione nazionale, interconnessa alla rete di trasporto tramite 57 punti di entrata di gas naturale e 60 punti di entrata da produzioni di biometano; 
  • 6 gasdotti esteri, interconnessi con il sistema di trasporto italiano nei punti di entrata di Tarvisio (IT/AT), Gorizia (IT/SLO), Passo Gries (IT/CH), Mazara del Vallo (IT/TUN), Gela (IT/LIB) e Melendugno (IT/GR, metanodotto TAP); 
  • 4 terminali di rigassificazione di GNL ossia:
    • l’impianto di Panigaglia (GNL Italia) con una capacità di circa 11 MSm3 /g e un potenziale di importazione di 3,5 GSm3 annui;
    • l’impianto offshore al largo di Porto Levante (Adriatic LNG) con una capacità di 26,4 MSm3 /g e un potenziale di importazione di 9 GSm3 di gas annui su base continuativa;
    • l’impianto FSRU di Livorno (OLT) con una capacità di 15,0 MSm3 /g e un potenziale di importazione di 3,75 GSm3 annui; 
    • l’impianto FSRU ubicato nel porto di Piombino (FSRU Italia), con una capacità di 14,0 MSm3 /g11 e un potenziale di importazione di ca. 5 GSm3 annui. Inoltre entro il secondo semestre del 2024 dovrebbe essere realizzato un nuovo terminale FSRU al largo di Ravenna, con capacità 20 MSm3 /g e potenziale di importazione di 5 GSm3 annui.

Ai fini della valutazione dei rischi il Piano considera anche il sistema di stoccaggio (volume totale di 18,9 GSm3). L’evoluzione stimata da Snam della domanda di gas in Italia nel periodo 2023-2030 vanta un trend decrescente ad un tasso di circa 14% circa, pari a 9,6 GSm3. Tale andamento è da ricollegare essenzialmente alla riduzione della generazione termoelettrica da gas naturale.

Il documento si concentra sulle analisi di rischio nazionale, inclusi i gruppi di cui l’Italia fa parte, indica le misure preventive per la mitigazione dei rischi di approvvigionamento, per la loro sicurezza e per la protezione delle infrastrutture. Fornisce inoltre informazioni sul meccanismo di bilanciamento basato su criteri di mercato, sulle azioni preventive di tipo infrastrutturale pianificate a livello nazionale, elencandone i principali sviluppi e i benefici attesi in termini di mitigazione. LEGGI QUI IL DOCUMENTO

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