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Accordo Italia-Germania sull’energia, al centro c’è ancora il gas fossile

Roma e Berlino uniscono le forze per creare nuovi gasdotti tra i due paesi e le connessioni con il Nord Africa. Dietro all’etichetta dell’idrogeno si celano decenni di dipendenza dal gas. E ben poche rinnovabili

Gas fossile: ancora protagonista nell’accordo Italia-Germania
crediti: governo.it CC BY-NC-SA 3.0 IT DEED

Il Piano d’Azione italo-tedesco parla soprattutto di gas, idrogeno e biometano

(Rinnovabili.it) – Un nuovo gasdotto attraverso le Alpi, l’ampliamento del Corridoio Centro-Meridionale per gas e idrogeno, accordo sulla possibilità di mettere in produzione nuovi giacimenti di gas fossile. Ci sono le fossili al centro del capitolo “Energia, clima e ambiente” del Piano di Azione italo-tedesco per la cooperazione strategica bilaterale e nell’Unione Europea, firmato da Giorgia Meloni e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz due giorni fa.

Il gas fossile è il binario su cui viaggia la cooperazione rafforzata in materia di energia tra Roma e Berlino. Un assist che il governo tedesco concede all’idea del governo Meloni di fare dell’Italia il ponte tra Africa ed Europa per quanto riguarda gli approvvigionamenti di questa fonte fossile. Che a sua volta è parte del piano Mattei per l’Africa, che l’esecutivo dovrebbe presentare a inizio 2024.

Un nuovo gasdotto attraverso le Alpi

Nel testo del Piano d’Azione si sottolinea che Roma e Berlino sosterranno congiuntamente lo sviluppo “tempestivo di infrastrutture/interconnessioni per il commercio di energia tra la regione del Medio Oriente e Nord Africa e l’Europa, tenendo conto del ruolo potenziale dell’Italia come polo energetico nel Mediterraneo”. Di cosa si tratta?

Oltre alla “trasmissione e gli interconnettori transfrontalieri per il commercio di energia elettrica”, l’accordo cita “le infrastrutture per il trasporto di gas, biometano, idrogeno o suoi derivati, in forme energeticamente ed economicamente convenienti”. In concreto, si parla di nuove condutture per gas e idrogeno tra Italia e Germania, che potranno passare attraverso l’Austria e/o la Svizzera.

Il gas fossile al centro del Piano Mattei per l’Africa

Il binomio gas fossile-idrogeno è indispensabile per far apparire sostenibile e in linea con l’Accordo di Parigi lo sviluppo di un’infrastruttura che, visti gli attuali tassi bassissimi di produzione di idrogeno, trasporterà solo gas per anni. E anche quando verrà pompato idrogeno nelle pipeline, sarà in miscela con il gas.

Su questo sfondo va letto il richiamo al Corridoio centro-meridionale che collega le parti meridionali della Germania e l’Italia con il Nord Africa. “L’obiettivo del Corridoio centromeridionale è quello di espandere l’infrastruttura transfrontaliera dei gasdotti e realizzare l’importazione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno entro il 2030, offrendo enormi possibilità per le importazioni di rinnovabili dal Nord Africa e collegando i poli di domanda in Italia, Germania, Austria e Svizzera, contribuendo così alla nascita di una più ampia rete europea dell’idrogeno”, si legge nell’accordo bilaterale.

In realtà, la produzione africana di idrogeno è su volumi molto bassi e, per la maggior parte, si tratta di idrogeno grigio o blu, cioè non derivato da energia rinnovabile ma, appunto, dal gas. Finora, le promesse di sviluppare le rinnovabili in Nord Africa – precondizione essenziale per avere idrogeno rinnovabile da esportare in Europa – sono rimaste su carta. L’accordo tra Roma e Berlino cita di sfuggita, ancora una volta, la volontà di aiutare lo sviluppo dell’energia pulita nella sponda sud del Mediterraneo. Con molti meno dettagli di quelli forniti sul gas fossile.

Una fonte, quest’ultima, su cui Italia e Germania vogliono continuare a puntare a lungo. Nonostante la crescita delle rinnovabili in UE dovrebbe ridurre drasticamente la domanda di gas già entro questo decennio, e nonostante lo sviluppo di nuove infrastrutture per le fossili (o l’idrogeno) ormai rischi seriamente di non avere alcuna convenienza economica.

Siamo aperti all’esplorazione di nuovi giacimenti di gas naturale in modo da diversificare l’approvvigionamento di gas dell’Europa, che rimarrà necessario ancora per alcuni anni finché la transizione del nostro sistema energetico alla neutralità climatica non sarà stata completata, a condizione che essi sostengano la sicurezza della fornitura di energia in Europa e rimangano in linea con l’Accordo di Parigi”, recita l’accordo.