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Gas dalla Russia: nell’ultimo anno, l’Europa ha importato il 38% di gnl in più

In un memo sulla situazione dell’import di gas, la Commissione europea minimizza l’aumento di gnl da Mosca e guarda con fiducia al prossimo inverno

Gas e GNL 2022
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L’import è passato da 15,9 a 22,1 bcm nel 2022, il 16% del gnl consumato in Europa

(Rinnovabili.it) – Mentre cercava di emanciparsi dal gas dalla Russia, nell’ultimo anno l’Europa ha importato il 38% in più di gas naturale liquefatto (gnl) da Mosca. Dai 15,9 miliardi di metri cubi (bcm) del 2021 l’Ue è passata ai 22,1 bcm del 2022. Lo si apprende da un memo interno della Commissione europea datato a settimana scorsa e visionato da EuObserver.

All’Ue piace ancora il gas dalla Russia

Un aumento che la nota di Bruxelles definisce “piuttosto modesto”, circa l’1,55% del totale di gas consumato nel continente (in tutto 400 bcm). Ma pur sempre un risultato in totale contrasto con gli sforzi per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi del Cremlino e tagliare i fondi con cui alimenta la guerra in Ucraina.

A maggior ragione il contrasto è stridente se si considerano altri passaggi del memo. Come quello in cui Bruxelles sostiene che il gnl “ha svolto un ruolo centrale nella sostituzione del gas russo” visto che le importazioni sono passate da 80 bcm nel 2021 a 135 bcm nel 2022. A conti fatti, quindi, sul versante gnl l’Europa ne prende dalla Russia ancora più del 16%. Era poco meno del 20% prima della guerra. Una flessione relativa molto più contenuta rispetto a quella realizzata sul gas dalla Russia via tubo: “La quota delle importazioni dai gasdotti russi sul totale delle importazioni di gas dell’UE è scesa al 7% nel gennaio 2023, rispetto al 50% circa storico”, prosegue la nota.

Bruxelles ottimista sul prossimo inverno

Altri passaggi del memo della Commissione ragionano sui rischi per la prossima stagione termica. Con toni piuttosto positivi. Secondo Bruxelles l’Ue può arrivare al prossimo inverno che gli stoccaggi pieni al 90% entro fine ottobre, cioè l’obiettivo comunitario fissato per evitare carenze di gas. Una previsione positiva che è stata resa possibile sia dai risparmi cumulati in questi mesi (circa -20% di uso di gas) sia dal livello molto alto di riempimento della capacità di storage (circa il 57% a fine marzo). La prospettiva di riempirli in tempo sarebbe valida “anche nell’ipotesi che non vi siano forniture di gasdotti dalla Russia”, stimano i funzionari Ue.

Tra i rischi che potrebbero, da soli o congiuntamente, rendere pi complesso affrontare il prossimo inverno, la Commissione cita “un blocco totale del gas russo, incidenti alle infrastrutture, un’estate eccezionalmente secca o calda che influisce sul funzionamento delle centrali nucleari durante l’estate e sulla fornitura limitata di energia idroelettrica, o un inverno freddo”.