L’Europa ha sostituito il 10% del gas che importava via pipeline da Mosca prima della guerra in Ucraina con Gnl non facilmente tracciabile. Spagna, Belgio e Francia i maggiori importatori. Da questi paesi, il gas russo viene ri-esportato in altri stati europei
Un’analisi di Reuters sui volumi di gas dalla Russia realmente importati dall’UE nel 2023
(Rinnovabili.it) – Dopo l’invasione dell’Ucraina, l’Europa ha diminuito la sua dipendenza energetica da Mosca chiudendo i rubinetti dei gasdotti. Ma il gas dalla Russia continua ad arrivare per altre vie. Più del 10% del gas fossile che prima arrivava via pipeline, infatti, è stato sostituito con gas naturale liquefatto (Gnl) via mare.
Prima della guerra, il gas dalla Russia copriva circa il 37% delle importazioni totali dell’UE. L’attacco contro Kiev e la risposta a colpi di sanzioni e stop alle importazioni da parte di Bruxelles aveva rapidamente fatto scendere la percentuale all’8,7%. Ma col passare dei mesi il gas di Mosca si è fatto strada per altre vie verso i mercati europei. Passando soprattutto dalla Spagna.
È nel paese iberico – che ha la maggior capacità di rigassificazione in Europa, oltre 60 mld m3 cioè più del 27% dell’intera capacità UE – che sono iniziati ad arrivare sempre più carichi di Gnl da Mosca. Riportando la quota di gas russo intorno al 15%. Verso i porti europei, solo nel 2023, sono arrivati 15,6 mln t di Gnl russo. Una situazione sostanzialmente analoga a quella del 2022 (+1,3%), quando era già ben avviato il processo di reindirizzamento del gas di Mosca verso l’Europa. Rispetto al 2021, infatti, l’import europeo di Gnl dalla Russia è aumentato del 37,7%.
La Spagna non è la sola a ricevere ingenti quantità di gas dalla Russia sotto forma di carichi di Gnl. Nel 2023 Madrid ha importato il 32% del Gnl russo, la stessa percentuale del Belgio. La Francia è il 3° maggior importatore con il 23%, in diminuzione rispetto al 34% raggiunto nel 2022. E questo Gnl viene poi ri-esportato anche in altri paesi UE.
Il Gnl russo importato dalla Francia nel 2023 è arrivato a 3,6 mln t, il 41% delle esportazioni nette di Parigi in quell’anno. Se si aggiungono i volumi inviati verso est da Portogallo e Spagna, tutto il gas trasportato dalla Francia verso Belgio e Germania e quasi la metà di quello inviato verso Svizzera e Italia potrebbe essere attribuito al Gnl russo, mostrano i dati degli operatori di rete.
Sconti e poca tracciabilità dietro il gas dalla Russia nei porti europei
Lo sostiene un’analisi di Reuters, che sottolinea come lo slittamento da gasdotto a Gnl via mare permetta di nascondere l’origine del gas che arriva in Europa. I cargo che attraccano nei porti europei, infatti, possono dichiarare soltanto l’ultimo porto da cui sono salpati, che non è necessariamente quello di provenienza del carico. Si tratta di una strategia utilizzata da Mosca per ammortizzare l’ammanco di proventi energetici, basata sull’offerta di Gnl a prezzi scontati e sui meccanismi che regolano il mercato del Gnl.
Alla fine del 2023, calcola Reuters, la Russia ha venduto a terminal spagnoli Gnl con uno sconto di 1 euro per MWh rispetto al prezzo fissato al TTF, il principale indicatore europeo per questo mercato. Un affare per chi compra: si risparmia quasi 1 mln di euro per ogni cargo in arrivo (con i prezzi dell’ultimo trimestre 2023). La strategia degli sconti prosegue tutt’ora, anche se con ribassi nell’ordine di 30-50 centesimi/MWh.