Un rapporto dell’ High Level Panel for a Sustainable Ocean Economy stima che nel 2050, se pienamente implementate, le soluzioni climatiche basate sugli oceani possono evitare 4-14 GtCO2eq l’anno. Un terzo dei tagli di gas serra necessari per tenere a portata di mano l’obiettivo 1,5°C
Servono 2.000 mld $ di investimenti tra 2030 e 2050
(Rinnovabili.it) – Investire di più nelle soluzioni climatiche legate al mare già disponibili oggi può dare un contributo fondamentale nel tenere vivo l’obiettivo degli 1,5 gradi. Se implementato al massimo delle potenzialità, il ventaglio di opzioni può ridurre del 35% il gap di emissioni che ci separa dall’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi. Tagli nell’ordine di 1-4 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (GtCO2eq) l’anno al 2030 e 4-14 GtCO2eq a metà secolo. Una quantità di gas serra che è 4 volte quella generata dall’Unione Europea in un anno.
Lo sostiene un rapporto commissionato dall’High Level Panel for a Sustainable Ocean Economy (Ocean Panel) presentato a margine del Climate Ambition Summit in corso a New York nell’ambito dell’Assemblea Generale dell’ONU.
Su cosa puntare per chiudere il gap di emissioni verso 1,5°C
Sono 7 i settori analizzati dai 28 esperti indipendenti che hanno preparato il documento. Dall’ampliare le rinnovabili legate al mare come l’eolico offshore e l’energia dalle onde alla decarbonizzazione dei trasporti marittimi, dal conservare e ripristinare gli ecosistemi costieri e marini al sostituire parte della carne con il pesce nella dieta, passando per lo stoccaggio della CO2 nei fondali oceanici, la riduzione dell’impronta del turismo legato al mare, fino alla chiusura dei giacimenti offshore di petrolio e gas.
Tutte soluzioni e tecnologie già disponibili. Ma ampiamente sotto-finanziate. Il caso emblematico è quello delle iniziative che ricadono sotto l’obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU sull’uso sostenibile dell’oceano. Nel complesso, oggi queste misure ricevono solo lo 0,01% di tutte le risorse per lo sviluppo che vengono mobilitate. La scala degli investimenti necessari per invertire la tendenza e chiudere il gap di emissioni, calcolano gli autori del rapporto, è nell’ordine di 2.000 miliardi di dollari tra il 2030 e il 2050.
Su cosa puntare di più? I benefici maggiori possono arrivare dal potenziare le energie rinnovabili: nel 2050 potrebbero evitare 3,6 GtCO2eq ogni anno. A seguire, un settore che può contribuire in modo sostanziale – ma riceve pochi investimenti – è quello della conservazione degli ecosistemi costieri e marini. Le potenzialità di mangrovie, praterie subacquee e paludi costiere come serbatoi di carbonio valgono fino a 285 milioni di tonnellate di CO2 in meno ogni anno a metà secolo.