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Che clima fa al G7 in Cornovaglia

G7 in Cornovaglia: clima e finanza verde in agenda
credits: @BorisJohnson

Dall’11 al 13 giugno il vertice del G7 in Cornovaglia

(Rinnovabili.it) – Il premier inglese Boris Johnson arriva al G7 in Cornovaglia con uno strascico di polemiche. Il viaggio di 400 km da Londra, per discutere con i suoi omologhi di climate change e azione climatica, l’ha fatto in aereo. “Sono arrivato in Cornovaglia per il G7 di quest’anno, dove chiederò ai miei colleghi leader di raccogliere la sfida di sconfiggere la pandemia e ricostruire meglio, più equamente e in modo più verde”, si legge nel tweet galeotto accompagnato da una foto di BoJo intento a scendere la scaletta del jet all’aeroporto di Newquay. Il quale ha risposto così ai critici: “Faccio notare che li UK sono leader nello sviluppo di combustibili sostenibili per l’aviazione”.

Basta questo siparietto per capire l’aria che tira sul G7 in Cornovaglia. Le aspettative di chi guarda da fuori sono molto alte, soprattutto per quanto riguarda l’azione di contrasto al cambiamento climatico. Ma la realtà dei lavori del vertice sembra meno patinata e luccicante.

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Il clima è in agenda al vertice, ma di cosa esattamente si parlerà resta tutto da vedere. Una mancanza di chiarezza che lascia sospettare poca intesa tra i 7 paesi. Sicuramente, Johnson userà il palcoscenico del G7 in Cornovaglia per rilanciare l’ambizione climatica dei paesi ospiti in vista della Cop26 di Glasgow che si terrà a novembre.

Gli UK hanno alzato l’asticella di recente impegnandosi a ridurre le emissioni del 78% entro il 2030: obiettivo molto più ambizioso degli altri paesi. L’UE ha approvato ad aprile una legge sul clima in cui fissa la soglia al 55% entro il 2030, così come gli USA (ma per Washington l’anno di riferimento è il 2005, non il 1990 come per Bruxelles, quindi la riduzione è minore). Obiettivo di Londra è far sì che si aggiungano nuove promesse, per farle poi pesare sul tavolo dei negoziati in Scozia.

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Altri due temi legati al clima potrebbero essere in discussione al G7 in Cornovaglia. Primo, le carbon border tax. L’UE la dovrebbe presentare ufficialmente il 14 luglio e gli Stati Uniti hanno accettato – e forse copiato – l’idea. Il problema di importare emissioni di CO2 incorporate nelle merci – e soprattutto il tema del carbon leakage che può danneggiare il tessuto produttivo – è sentito.

Secondo punto che può trovare spazio in agenda è la finanza sostenibile e l’impegno a fornire almeno 100 miliardi di dollari l’anno per la transizione ecologica dei paesi più poveri. L’idea di Londra è di proporre un’iniziativa per finanziare infrastrutture low-carbon in quei paesi, con fondi che rientrerebbero tra i 100 miliardi da sborsare.

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