Rinnovabili • G20 Ambiente: a Chennai flop sulle emissioni

Muro contro muro su meno emissioni al G20 Ambiente: è di nuovo flop

L’UE e altri paesi occidentali chiedevano picco del carbonio entro il 2025 e -65% di emissioni nel 2035 rispetto ai livelli del 2019. Gelo da parte di Arabia Saudita e Cina che bloccano tutto. Così un buon accordo alla Cop28 diventa un miraggio

G20 Ambiente: a Chennai flop sulle emissioni
crediti: g20

Nessun comunicato finale congiunto per il G20 Ambiente di Chennai

(Rinnovabili.it) – Salta l’accordo su nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni. E con lui salta l’intesa su qualsiasi altro punto, dal budget di carbonio al tema delle emissioni storiche. Il G20 Ambiente di Chennai si è chiuso il 28 luglio senza comunicato finale, solo con un riassunto delle divergenze stilato dalla presidenza indiana. Come era già successo pochi giorni prima al G20 Energia di Goa.

Cosa (non) ha deciso il G20 Ambiente di Chennai in India

L’unico punto su cui sono d’accordo i membri del G20, che generano circa l’80% dei gas serra di origine antropica, è che gli sforzi di mitigazione “restano insufficienti”. I paesi occidentali, Unione Europea in testa, hanno spinto per inserire nel comunicato finale del G20 Ambiente un taglio delle emissioni del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019 e il raggiungimento del picco del carbonio entro il 2025. Due target in linea con le evidenze presentate nell’ultimo rapporto dell’IPCC. Ma rifiutati dai paesi in via di sviluppo e/o non occidentali, tra cui Arabia Saudita e Cina.

A cascata, tutti gli altri temi di discussione che riguardano le emissioni si sono arenati. Il comunicato della presidenza si limita a citarli, senza neppure presentare le rispettive posizioni. “Sono state discusse le lacune negli scenari e nei modelli climatici, l’esaurimento dei bilanci del carbonio, le emissioni storiche, attuali e previste ed è stata sottolineata la necessità di azioni per ridurre le emissioni di gas serra diverse dalla CO2, compreso il metano entro il 2030”, si legge al punto 63 del documento.

L’Europa e il Nord Africa stanno bruciando, l’Asia è devastata dalle inondazioni, eppure i ministri del clima del G20 non sono riusciti a concordare una direzione condivisa per fermare la crisi climatica che si sta intensificando giorno dopo giorno”, accusa Alex Scott di E3G. “I rumors di Arabia Saudita e Cina che soffocano lo spazio politico del forum anche solo per discutere una nuova direzione sulla transizione energetica vanno contro le loro pretese di difendere gli interessi dei paesi in via di sviluppo”.

Dopo il flop del G20 Energia e le due settimane sprecate a litigare sull’agenda nel vertice preparatorio di Bonn a giugno, le prospettive di raggiungere qualche risultato concreto alla Cop28 di Dubai sono quanto mai scarse.

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