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Futuro, salute, clima. Le parole chiave per il nostro Recovery

Al centro dell'evento 'Pandemia e resilienza', organizzato dall'Asvis insieme con la Consulta scientifica del Cortile dei Gentili. “La società italiana ha il dovere di contrastare questa crisi così grave e di dare una prospettiva di sviluppo sostenibile e di futuro ai nostri giovani. Urgente rispondere alla disillusione diffusa”. Il presidente della Consulta Scientifica del Cortile dei Gentili, Giuliano Amato: dobbiamo cambiare “modelli di sviluppo se vogliamo assicurare all'umanità un futuro non più segnato da apocalissi come questa”

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Futuro, salute, clima. Tre parole chiave, che diventano tre pilastri, su cui realizzare il nostro Recovery. Questo il cuore dell’evento ‘Pandemia e resilienza’, organizzato dall’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) insieme con la Consulta scientifica del Cortile dei Gentili.

“La società italiana ha il dovere di contrastare questa crisi così grave e di dare una prospettiva di sviluppo sostenibile e di futuro ai nostri giovani e alle persone del nostro Paese – osserva il presidente dell’Asvis Pierluigi Stefanini un futuro che per i giovani sia adeguato” dal momento che fin dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è “urgente rispondere alla disillusione giovanile diffusa”. E, sul punto, non ha dubbi il presidente della Consulta Scientifica del Cortile dei Gentili, Giuliano Amato: dobbiamo cambiare “modelli di sviluppo se vogliamo assicurare all’umanità un futuro non più segnato da apocalissi come questa” della pandemia.

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Nella relazione messa punto da Asvis e Consulta – spiega Amato – viene indicata come una necessità, quella di raggiungere lo sviluppo sostenibile e la resilienza trasformativa. Il Covid-19 è arrivato perché “parte del nostro avanzatissimo modello di sviluppo era ed è stato” incentrato su “un uso abnorme delle risorse naturali e della stessa atmosfera, che ha profondamente alterato gli equilibri del Pianeta e ha scatenato fenomeni mai fronteggiati in precedenza, dai cicloni al posto delle piogge, ai virus sconosciuti”.

Per Stefanini il nostro Recovery deve fondarsi su tre nuclei centrali: “un approccio sindemico alla salute; la trasversalità della parità di genere come elemento trasformativo; la strategia della biodiversità come risposta altrettanto efficace e fondamentale alla crisi climatica e integrante della strategia della transizione ecologica”. Secondo Amato infatti nella pandemia “la diseguaglianza ha pesato tantissimo” aprendo “un’altra pista verso lo sviluppo sostenibile: la pista della sostenibilità, oltre che ambientale, anche sociale”. Ora  “dobbiamo ascoltare la voce di chi esorta al cambiamento, per non cadere più e saper fronteggiare al meglio i guai che siamo destinati a trovarci di fronte”.

E’ con questo spirito che la Consulta avanza alcune proposte; tra queste, partire dalla costruzione di “un quadro di norme intelligenti” per “stimolare e premiare le scelte individuali e di gruppo promotrici del bene comune”. Di ‘resilienza trasformativa’ parla ancora Stefanini, cioè “un’azione in grado di reggere l’urto e contemporaneamente creare risposte che aiutino la società a trasformarsi. Questa crisi inedita ci chiede quale futuro vogliamo avere e a quali finalità rispondere. Il nostro Paese ha a disposizione l’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite come indirizzo. E’ una strada che chiama in causa tutti”. Anche perché – avverte Amato – “oggi non c’è più nessuno che osi parlare di economia senza citare modelli di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e nell’uguaglianza di genere, che non sovverte il capitalismo ma lo riporta alle origini”.

Per Anna Luise, coordinatrice di un Gruppo di lavoro sugli obiettivi dell’Agenda 2030 per l’Asvis “bisogna integrare la sostenibilità ambientale all’interno delle decisioni economiche, che devono basarsi sulle relazioni tra essere umano e ambiente”. Questo perché – spiega – l’Oms ha “messo l’accento sulla forte determinante ambientale nell’avvio dello spillover, che in qualche caso diventa pandemia. E’ stato stimato che i virus sconosciuti che si presume esistano sono circa 1,7 milioni, di cui 630mila potenzialmente letali per l’uomo. Il tema delle pandemie legate alle dinamiche ambientali non è nuovo, se ne parla da anni”.

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Il ruolo della tecnologia, lo mette in evidenza Antonella Sciarrone Alibrandi, membro della Consulta Scientifica del Cortile dei Gentili: “C’è bisogno di una regolazione della tecnologia, che usi come driver il concetto di resilienza tecnologica. Prima era un concetto tecnico, legato alla cybersecurity, oggi invece deve porre al centro l’uomo. Lo sviluppo sostenibile non può fare a meno della tecnologia. Nel Pnrr la tecnologia occupa un ruolo fondamentale, avendo chiara una visione complessiva dell’uomo e sull’innovazione. Dobbiamo abbattere le difficoltà di accesso e diffondere competenze a tutte le generazioni, anche agli anziani”.