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La fuoriuscita di metano dal Nord Stream è “solo” 70mila t, il 2% delle emissioni della Francia

Fuoriuscita di metano dal Nord Stream: è più contenuta del previsto
via depositphotos.com

Le stime iniziali sulla perdita di gas dal Nord Stream 1 e 2 erano anche di 300mila t

(Rinnovabili.it) – Non è stata una bomba climatica, e nemmeno così grave come si temeva i primi giorni. Dagli squarci nei due gasdotti Nord Stream sotto il mar Baltico non è uscito l’equivalente di 1/3 delle emissioni annuali di un paese come la Danimarca, dato a cui arrivavano le stime peggiori. I primi dati reali dipingono un quadro più tranquillizzante: la fuoriuscita di metano dal Nord Stream sarebbe più contenuta, di 70.000 tonnellate.

Lo afferma un gruppo di ricercatori del Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives (CEA) francese, che hanno analizzato i dati delle 40 stazioni di monitoraggio dell’atmosfera della rete ICOS (Integrated Carbon Observation System) in tutta Europa e li hanno confrontati con circa 10mila scenari differenti creati dai modelli predittivi. È la prima valutazione sulla fuoriuscita di metano dal Nord Stream che si basa su dati reali e raccolti a terra. In precedenza, le previsioni avanzate si fondavano o sul volume presunto di metano contenuto nei due gasdotti, o sui rilevamenti da satellite dell’intensità emissiva oraria.

Proprio basandosi su dati satellitari, alcuni giorni fa le Nazioni Unite avevano avvertito che la fuoriuscita di metano dal Nord Stream era con tutta probabilità la più grande mai registrata nella storia dell’uomo. Uno dei quattro squarci aperti dal sabotaggio del gasdotto che collega Russia e Germania aveva emesso fino a 22.920 kg di metano l’ora. Altre stime preliminari ipotizzavano che il volume di CH4 immesso in atmosfera poteva arrivare facilmente a 300.000-500.000 tonnellate.

Le ipotesi sulla fuoriuscita di metano dal Nord Stream

In ogni caso, anche se il totale è sceso a 70mila t, “si tratta di cifre significative, equivalenti al 2% delle emissioni francesi o alle emissioni di una città come Parigi nell’arco di un anno”, ha osservato Philippe Ciais, ricercatore della CEA. “Non è una buona notizia, ma non è una bomba climatica”, ha aggiunto.

Resta poco chiaro il motivo di volumi così ridotti rispetto alle attese. “C’era meno gas nei tubi? Una parte del metano si è dissolta nell’acqua, cosa che non sembra troppo possibile? Non abbiamo una spiegazione”, ha ammesso Ciais. Il suo collega Antoine Berchet ha avanzato altre ipotesi: “Forse dopo un rilascio molto grande all’inizio, i flussi sono diminuiti fino a scendere al di sotto del livello rilevabile in relazione al segnale naturale nell’atmosfera”. In questo caso i dati sarebbero parziali e la perdita di gas più ampia.

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