L’appello di 11 Paesi UE una alleanza nucleare europea
(Rinnovabili.it) – Mentre a Stoccolma i ministri dell’energia e dei trasporti dell’UE si riunivano in un incontro informale per discutere il futuro del mercato energetico, c’è chi è riuscito a inserire nell’agenda comunitaria una “nuova questione”. Parliamo della Francia che assieme ad altri 10 Stati membri ha incontrato questa mattina la Commissione e la Presidenza svedese per discutere della creazione di un’alleanza nucleare. O più precisamente della volontà di “rafforzare la cooperazione europea nel campo dell’energia nucleare“, intesa come uno degli strumenti per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici del Blocco.
Il “fronte dell’atomo” dunque non si scompone e dopo le battaglia su tassonomia e idrogeno continua ad aumentare la pressione a livello UE in vista delle nuove politiche comunitarie sul mercato elettrico. Nonostante le difficoltà mostrate dai reattori francesi nel 2022, tra manutenzioni e problemi tecnici, – che hanno costretto il Paese a diventare per la prima volta dal 2001 un importatore netto di elettricità – il settore cerca di riprendere slancio come strumento per la sicurezza energetica. E ottenere un peso maggiore nei vari colloqui europei.
Il nodo del mercato elettrico
A condividere la visione della Francia sono Bulgaria, Croazia, Francia, Ungheria, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia, i cui ministri e i rappresentanti di alto livello hanno convenuto stamane di promuovere una più stretta cooperazione tra i rispettivi settori nucleari nazionali. L’obiettivo? Garantire una migliore collaborazione tra le catene di approvvigionamento ed esplorare programmi di formazione e iniziative industriali congiunte, al fine di sostenere nuovi progetti, in particolare basati su tecnologie innovative, nonché il funzionamento di centrali elettriche esistenti. I promotori della nuova alleanza nucleare hanno anche discusso della possibilità di una maggiore cooperazione scientifica e della diffusione coordinata delle migliori pratiche nel campo della sicurezza.
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La pressione dei Paesi pro-atomo aumenterà sicuramente in vista della riforma del mercato elettrico. D’altra parte le prime aperture in tal senso non mancano. Parlando ieri al termine della prima giornata di Consiglio, la commissaria europea all’Energia Kadri Simson ha anticipato che nelle discussioni in corso si sta valutando anche la possibilità di aprire i contratti per differenza (CfD) – strumenti di sostegno economico agli impianti rinnovabili – anche alle centrali elettriche a basse emissioni di carbonio.
La posizione dell’Italia
In tutto ciò il governo italiano non nasconde continue strizzate d’occhio all’energia dell’atomo. Dopo un primo “fraintendimento” – la Francia aveva annunciato anche l’Italia nell’alleanza nucleare e il MASE aveva dovuto pubblicare una smentita – la viceministra all’Ambiente Vannia Gava ha dichiarato “Sugli sviluppi del nucleare di nuova generazione ho avuto, a margine del Consiglio europeo Energia di Stoccolma, un interessante confronto con la collega francese Agnes Pannier Runacher. L’idea di un’alleanza dei Paesi che già usano il nucleare come fonte di energia decarbonizzante è interessante. Ho confermato che l’Italia guarda con grande attenzione a questa scelta strategica, parte integrante peraltro del nostro programma elettorale”.
Tema ripreso stamane dal MASE con una breve nota stampa “Nel rispetto istituzionale che richiede questo tema, il ministro Gilberto Pichetto ritiene che l’Italia non possa sedersi a un tavolo sul nucleare, prima di aver affrontato e risolto a livello parlamentare e giuridico il divieto di generare energia nucleare nel territorio nazionale sancito e ribadito dalla volontà popolare”.