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La California mette al bando il fracking dal 2027

La proposta di legge colpisce anche altre tecniche invasive di perforazione come l’acidificazione, la stimolazione ciclica del vapore e l’iniezione idraulica

Fracking: la California dice stop dal 2027
Foto di Free-Photos da Pixabay

Stop a nuovi permessi per fracking già dal 1° gennaio 2022

(Rinnovabili.it) – La California si porta avanti sull’agenda verde di Biden e fissa al 2027 il bando del fracking. La proposta di legge è stata appena presentata e farà molto discutere anche nello Stato più attento alla lotta contro il cambiamento climatico. L’estrazione di shale con la tecnica della fratturazione idraulica, infatti, è uno dei terreni minati della presidenza Biden, che ha promesso di regolarlo. Su questo tema i repubblicani sono pronti a dare battaglia, difendendo un’industria fossile in fortissima crisi dopo il boom dell’ultimo decennio.

La proposta porta la firma di due senatori democratici, Scott Wiener e Monique Limon, che in queste ore stanno apportando altre modifiche al testo per includere nuovi suggerimenti e richieste. Allo stato attuale, il provvedimento stabilisce che dal 1° gennaio 2022 la California non darà più nuovi permessi di perforazione, né rinnoverà quelli in scadenza. Per la stessa data scatterà lo stop agli impianti che si trovano a meno di 800 metri da abitazioni, scuole, ospedali e strutture sanitarie e di cura in genere. Al più tardi nel 2027, invece, qualsiasi attività di fracking sarà vietata sul territorio del Golden State.

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Oltre alla fratturazione idraulica, la proposta di legge vieterebbe anche alter tecniche invasive di estrazione di idrocarburi. Stop all’acidificazione (acid well stimulation), che consiste nel pompare sostanze acide nel pozzo per sciogliere calcare, dolomite e altri tipi di minerali presenti nel bacino, in modo da aumentare la produttività del giacimento. Basta anche alla stimolazione ciclica del vapore (cyclic steam stimulation, CSS) che consiste nell’iniettare sottoterra vapore a pressioni tali da aiutare la fratturazione delle rocce sedimentarie. E fine corsa anche per l’impiego dell’iniezione idraulica, dove l’acqua sostituisce il vapore.

Tutte queste tecniche, fracking incluso, “rappresentano una minaccia attuale e immediata per l’ambiente, nonché per la salute pubblica, la sicurezza e il benessere, e ancor più della produzione di petrolio convenzionale”, si legge nel testo del provvedimento. Che elenca i rischi legati all’uso di queste pratiche di estrazione non convenzionali, dal degrado della qualità delle acque superficiali e sotterranee all’elevato impiego di risorse idriche. In più, queste tecniche “contribuiscono in modo significativo al cambiamento climatico globale”, “causano inevitabilmente fuoriuscite di petrolio, acqua prodotta o altri materiali pericolosi”. Sotto accusa anche la produzione di “grandi quantità di rifiuti tossici che devono essere smaltiti”. I danni ambientali che originano dal fracking, infine, colpiscono “prevalentemente e in modo sproporzionato le comunità vulnerabili della California, comprese le comunità a basso reddito e le comunità di colore”.

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