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La guerra preventiva dell’industria del fracking contro Biden

La fratturazione idraulica non si tocca. Nemmeno gli impianti attivi sui terreni federali. E’ la linea rossa del vertice della più grande associazione di categoria del petrolio americana

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Credits: Anita starzycka da Pixabay

Parla il numero 1 dell’API in difesa del fracking

(Rinnovabili.it) – Che non sarebbe stato esattamente amore a prima vista era scontato. Ma che il rapporto tra l’industria americana delle fossili e Joe Biden arrivasse ai ferri corti ancor prima dell’insediamento ufficiale del nuovo presidente, meno. Merito dell’offensiva dell’American Petroleum Institute (API), la più grande associazione di categoria per l’industria del petrolio a stelle e strisce. Che fissa una linea rossa: guai a toccare il fracking.

La fratturazione idraulica è stato uno dei temi più caldi delle ultime fasi della campagna elettorale di quest’anno. L’ha sollevato Trump nel momento in cui si è reso conto di essere molto in difficoltà in alcuni Stati chiave, come il Pennsylvania. Accusando il rivale di tenere in serbo un bando totale del fracking.

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La mossa non è bastata a portare The Donald alla riconferma. Ma d’altra parte i piani sul clima del nuovo inquilino della Casa Bianca sono noti da tempo. Almeno da luglio, quando Biden ha reso pubblico il suo pacchetto di misure per stimolare ripresa economica e contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Ma Mike Sommers, numero 1 dell’API, ha scelto di prendere posizione solo adesso. Forse dopo aver visto le prime nomine di alto livello di Biden.

Qual è la linea rossa di Sommers? Il divieto di operazioni di fracking sulle terre federali. Una decisione che, se presa dalla nuova amministrazione, secondo l’API danneggerebbe la sicurezza energetica del paese. Un’affermazione che appare eccessiva da qualsiasi lato la si guardi. Soprattutto considerato che su terre federali insiste appena il 10% degli impianti che utilizzano la tecnica della fratturazione idraulica per l’estrazione di gas non convenzionali.

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In un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters, Sommers dichiara di essere pronto anche a procedere per le vie legali pur di fermare Biden. Ma al tempo stesso tende la mano al nuovo presidente. Chiedendo che si aprano tavoli di confronto con l’industria, in modo da avere voce in capitolo e soprattutto poter influenzare per tempo le politiche nazionali. Per il capo dell’API, Biden “dovrebbe volere che le persone che conoscono al meglio questo tema, nell’industria petrolifera e del gas, siano al tavolo per discutere il modo giusto di procedere”.