(Rinnovabili.it) – L’ultimo progetto del gruppo statunitense Design.lab Workshop si chiama Solar Bytes Pavilion ed è una struttura modulare capace di accumulare energia, capire quando tramonta il Sole ed accendersi autonomamente per brillare durante la notte.
Il Solar Bytes Pavilion è composto di 94 moduli (chiamati bytes) creati attraverso una stampante 3D a sei assi in modo che si incastrino tra di loro come in un puzzle. I pezzi esagonali danno così vita a una struttura ad arco semicircolare autoportante, appositamente studiata per “seguire” il percorso della luce durante tutta la giornata.
Ogni pezzo ospita un sensore di luminosità capace di regolare l’illuminazione di un faretto LED in base alle condizioni meteorologiche. Il padiglione non ha bisogno di corrente elettrica perché ogni byte ospita un modulo fotovoltaico indipendente che alimenta la fonte di luce a cui è associato. Questa scelta permette ai moduli di accendersi in momenti differenti in base alla loro posizione all’interno della struttura creando un suggestivo effetto luminoso.
Lo studio spiega: “Per esempio, se è nuvoloso al mattino e sereno nel pomeriggio, la parte est del padiglione sarà illuminata per un periodo di tempo più corto rispetto a quella ovest, riflettendo le condizioni climatiche della giornata.”
Il padiglione è pensato per gli spazi aperti come luogo di sosta riparato, orientato da est a ovest per seguire al meglio la luce solare. La sua funzione principale però è quella di mostrare ai passanti le potenzialità della stampa 3d associata alle fonti rinnovabili. Senza bisogno di batterie o cavi elettrici la struttura brilla nel buio e ogni pezzo è progettato appositamente per il suo scopo. Questa pratica, solo qualche anno fa, sarebbe stata possibile unicamente utilizzando metodi artigianali; ora invece grazie a questa tecnologia la creazione e l’assemblaggio dei componenti si possono ottenere in tempi rapidissimi.
Il futuro dell’architettura è dunque nelle mani della stampa tridimensionale? Sembrerebbe quasi di sì, visto il proliferare di progetti “freschi di stampa”; la stessa Design.lab non è nuova a questa tecnologia di cui sta esplorando da tempo le potenzialità. A convincere però sono soprattutto i numeri: le stime prevedono che entro il 2018 le spedizioni a livello internazionale delle preziose macchine sfioreranno i 2,5 milioni di unità.