Nelle torbiere della foresta tropicale del Congo sono stoccate 30 Gt di CO2
(Rinnovabili.it) – Dal 28 luglio anche la Cuvette centrale, in Congo, spalancherà la porta alle trivelle. Le autorità di Kinshasa metteranno all’asta delle concessioni di sfruttamento petrolifero all’interno dell’area protetta di altissimo valore ambientale per il Pianeta. È infatti l’ultima foresta tropicale che è ancora in grado di assorbire più CO2 di quanta ne emetta, oltre a regolare il clima e il regime di precipitazioni anche a migliaia di km di distanza.
Oggi il Congo produce appena 25mila barili di petrolio al giorno e sta puntando da tempo sull’aumento dell’output per dare respiro alle finanze statali. Il piano di aprire la foresta tropicale alle trivelle risale al 2020, ma allora era stato fermato. La valutazione di impatto ambientale usava dati del 2013, un anno prima che fossero scoperte le immense torbiere della Cuvette. Nelle quali sono stoccate almeno 30 miliardi di tonnellate di CO2, l’equivalente di 15 anni di emissioni degli Stati Uniti, il secondo inquinatore mondiale.
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Questa volta il governo prova a tirare dritto. Delle 27 concessioni messe all’asta, 9 si trovano nella Cuvette centrale. E pazienza se il paese africano, in questi anni, ha promesso a più riprese di tutelare le torbiere e la foresta tropicale, a partire dalla dichiarazione di Brazzaville del 2018, e ha inserito l’obiettivo nei suoi contributi nazionali volontari presentati all’Unfccc.
“Abbiamo una responsabilità primaria nei confronti dei contribuenti congolesi che, per la maggior parte, vivono in condizioni di estrema precarietà e povertà e aspirano a un benessere socio-economico che lo sfruttamento del petrolio potrebbe garantire loro”, ha dichiarato il ministro per gli Idrocarburi congolese, Didier Budimbu.
La Cuvette centrale si espande per circa 90mila km2, un’area vasta come il Portogallo, e copre anche una parte della vicina Repubblica del Congo. Sulla regione insistono 75 milioni di persone e circa 150 diversi gruppi etnici. La foresta tropicale è una delle aree più ricche di biodiversità del pianeta e ospita molte specie a rischio.