Un articolo su Science spiega l’impatto sulla biodiversità del muro nella foresta di Bialowieza
(Rinnovabili.it) – Nella crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia ci va di mezzo anche la tutela della biodiversità. Il muro che Varsavia vuole costruire al confine per bloccare l’arrivo di iracheni, curdi, siriani, afghani, ma anche congolesi e camerunensi, taglierà in due la foresta di Bialowieza, l’ultima foresta vergine del continente e sito della rete Natura 2000 preziosissimo per la conservazione della diversità biologica viste le 12.000 specie che vi abitano.
La Polonia vuole un muro lungo 200 km, alto 5 metri e mezzo più il filo spinato per proteggersi dalle ‘armi ibride’ di Minsk e di Mosca. Ma se i flussi migratori, chiusa una rotta, ne trovano presto un’altra (rendendo di fatto inutili i muri), non è così per la fauna selvatica.
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Un articolo pubblicato su Science a firma di tre ricercatori che lavorano da anni in quella zona spiega quale può essere l’impatto. Come ogni ecosistema forestale, una qualsiasi barriera o cesura (per le piante, anche una semplice strada) lo rende meno resiliente. Molte specie animali si ritrovano con un habitat di dimensioni ridotte, dove c’è meno disponibilità di cibo. Da questo punto di vista, il muro nella foresta di Bialowieza sarà un ostacolo insormontabile per il bisonte europeo (gli ultimi esemplari del continente vivono proprio lì), il cinghiale, la lince, l’orso e il lupo. Ma anche per alcuni uccelli, come il gallo cedrone, capace di volare solo rasoterra.
Ma il muro non sarà l’unica infrastruttura realizzata nella foresta di Bialowieza. Il nuovo pezzo di confine della ‘fortezza Europa’ sarà presidiato dai militari polacchi: significa strade, mezzi in movimento, inquinamento acustico, persone in stazionamento, rifiuti. I precedenti raccontano tutti storie molto simili: che sia il muro al confine tra Stati Uniti e Messico, o quelli europei in Slovenia, Croazia o Ungheria, tutti aumentano la mortalità della fauna locale – soprattutto gli ungulati – e cambiano profondamente le dinamiche dell’ecosistema.
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La foresta di Bialowieza è già stata sotto i riflettori in questi anni per le mire di Varsavia. Il governo polacco vuole sfruttare le risorse dell’area, soprattutto legname, e continua a dare il via libera alle motoseghe. Dopo una pausa di pochi anni, seguita alla sentenza definitiva della Corte europea di Giustizia di aprile 2018, che aveva intimato lo stop al disboscamento del sito UNESCO, la Polonia questa primavera ha di nuovo provato a ripartire con la deforestazione.