L’azione a Fontana di Trevi è avvenuta domenica mattina
(Rinnovabili.it) – “Le catastrofi di questi giorni sono tragedie annunciate, destinate a peggiorare se non contrastiamo il collasso climatico”. Con queste parole riferite all’alluvione in Emilia-Romagna, gli attivisti di Ultima Generazione hanno annunciato la loro ultima azione di protesta. Ancora una volta a Roma. Dopo la Barcaccia del Bernini e il Senato è la volta della Fontana di Trevi.
L’azione a Fontana di Trevi
Domenica mattina una decina di attivisti del gruppo ambientalista si sono fatti largo tra i turisti che, come di consueto, affollavano la piazza davanti alla Fontana di Trevi, sono entrati in acqua e hanno versato del liquido in cui era sciolto del carbone vegetale. Una sostanza naturale che ha subito reso nera l’acqua. L’azione fa parte della campagna “Non paghiamo il fossile”, con cui gli attivisti denunciano i danni generati dalle compagnie fossili che ricadono però sulla collettività, e la necessità di abbandonare in fretta gli idrocarburi per mitigare l’impatto della crisi climatica.
“Carbone vegetale (sì, va via facile) nella Fontana di Trevi ora! Nuova azione di disobbedienza civile per chiedere al governo lo stop dei sussidi pubblici ai combustibili fossili”, scrivono in un post su Facebook gli attivisti, che proseguono nonostante l’inasprimento delle pene previsto di recente dal governo. Molti dei turisti presenti, però, hanno contestato la protesta. Così come molto critico è stato il sindaco Gualtieri, che ha parlato di una “assurda aggressione al patrimonio artistico”. Per poi riconoscere che non ci sono danni permanenti. Ma sottolineando che per ripulire la Fontana di Trevi sarà necessario “buttare via 300mila litri d’acqua”. In azioni precedenti, di fronte a critiche simili, gli attivisti hanno invitato chi li contesta a guardare la luna – la crisi climatica e i suoi responsabili – invece del dito.
Un invito rivolto anche durante l’azione a Fontana di Trevi. “Sono Mattia, ho 19 anni e ho deciso di fare disobbedienza civile perché la tragedia orribile vissuta in questi giorni in Emilia Romagna è un’avvisaglia del futuro nero che attende l’umanità, fatto di siccità alternata ad alluvioni sempre più frequenti e violente”, ha detto uno degli attivisti di Ultima Generazione. “Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale stiamo per superare la soglia di 1,5°. Questo significa che i nostri figli potrebbero morire di fame e di sete. E che potremmo essere in tempo per vederlo. Secondo la Banca d’Italia, per di più, una casa su quattro è a rischio alluvione in Italia, con danni stimabili in 3 miliardi ogni anno. L’unica possibilità per evitare che accada è fermare le emissioni legate ai combustibili fossili. Il nostro Governo, invece, continua imperterrito a regalare all’industria del fossile finanziamenti pubblici per decine di miliardi di euro ogni anno. Noi abbiamo deciso di ribellarci a chi ci sta condannando a morte. E invitiamo genitori, nonni, fratelli e figli preoccupati a unirsi a noi”.