Il Consiglio adotta il regolamento regolamento che istituisce un fondo di 17,5 miliardi di euro per le regioni più indietro nella conversione ecologica. Dalla Commissione UE avviata una consultazione pubblica sulla proposta di revisione della disciplina degli aiuti di Stato per la tutela dell'ambiente e dell'energia
di Tommaso Tetro
All’Italia quasi un miliardo dal Fondo per una transizione giusta
(Rinnovabili.it) – Il Consiglio Ue ha adottato oggi il regolamento che istituisce il Fondo per una Transizione Giusta (Just Transition Fund) da 17,5 miliardi di euro. Il fondo è parte del meccanismo europeo dedicato alle regioni e ai territori europei più indietro nella transizione ecologica. L’importo totale è la somma di 7,5 miliardi disponibili dal bilancio Ue 2021-2027 e di 10 miliardi dal fondo per la ripresa (Next Generation EU) per gli anni 2021, 2022 e 2023. Per l’Italia, le risorse dal quadro ammontano a quasi un miliardo, per la precisione 937 milioni. I principali Paesi beneficiari del Fondo per un’Equa Transizione, risultano essere la Polonia (3,5 miliardi), la Germania (2,3 miliardi) e la Romania (quasi 2 miliardi).
“Il successo del Green Deal europeo dipende dalla nostra capacità di mitigare le conseguenze per coloro che sono più colpiti dalla decarbonizzazione economica”, spiega Nelson de Souza, ministro portoghese della pianificazione, e alla presidenza del Consiglio. “Il Fondo per una Transizione Giusta fornirà il sostegno necessario alle imprese e ai lavoratori a livello locale, in modo da poter combattere insieme il cambiamento climatico come Unione. Senza lasciare indietro nessuno”.
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Ma ci sono anche altre novità sul fronte clima che arrivano dall’Europa.
La Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica sulla proposta di revisione della disciplina degli aiuti di Stato per la tutela dell’ambiente e dell’energia. Per tener conto della maggiore importanza della protezione del clima, gli orientamenti rivisti prenderanno il nome di orientamenti sugli aiuti di Stato per il clima, l’energia e l’ambiente. Comprendono anche regole di compatibilità per aree fondamentali come le infrastrutture per la mobilità pulita e la biodiversità, l’efficienza delle risorse per sostenere la transizione verso un’economia circolare. Chi è interessato può rispondere alla consultazione di qui a otto settimane (fino al 2 agosto 2021).
Secondo la vicepresidente esecutiva della commissione Ue Margrethe Vestager “l’Europa avrà bisogno di una notevole quantità di investimenti sostenibili. Sebbene una quota significativa proverrà dal settore privato, il sostegno pubblico svolgerà un ruolo nell’assicurare che la transizione verde avvenga rapidamente. Quindi vogliamo assicurarci che le nostre norme sugli aiuti di Stato per il clima, l’energia e l’ambiente siano pronte e adatte alla transizione verde”. Le indicazioni sugli aiuti di Stato per l’energia e l’ambiente consentono agli Stati membri di sostenere progetti per la protezione dell’ambiente (compresa la lotta ai cambiamenti climatici e la produzione di energia verde) e misure per garantire l’adeguatezza della produzione di energia.
Recentemente l’esecutivo UE è arrivato alla conclusione che “le attuali disposizioni degli orientamenti funzionano bene, sono complessivamente adatte allo scopo e costituiscono uno strumento efficace quando si tratta di sostenere il raggiungimento degli obiettivi ambientali e climatici, limitando nel contempo le distorsioni indebite nel mercato unico“. Ma contemporaneamente pensa siano “necessari alcuni adeguamenti, tra cui la semplificazione e l’aggiornamento di alcune disposizioni e l’estensione del campo di applicazione degli orientamenti per coprire nuovi settori come la mobilità pulita e la decarbonizzazione”.
Inoltre, le attuali regole dovrebbero essere allineate con le priorità strategiche dell’Ue, e in particolare quelle del Green deal europeo, e con altre recenti modifiche normative in materia di energia e ambiente. Ecco allora il pacchetto con le proposte di modifica. Come per esempio ampliare l’ambito delle linee guida per consentire il sostegno in nuovi settori (mobilità pulita, efficienza energetica negli edifici, circolarità e biodiversità) e a tutte le tecnologie in grado di realizzare il Green deal, compreso il sostegno alle energie rinnovabili. Le norme riviste consentirebbero aiuti che coprano fino al 100% del deficit di finanziamento e di introdurre nuovi strumenti, come i ‘contratti sulla differenza di carbonio’ (grazie ai quali un’amministrazione pubblica o un agente privato concorda con un altro agente un prezzo fisso del carbonio per un determinato periodo).
Un altro obiettivo è aumentare la flessibilità e snellire le norme esistenti, introducendo una valutazione semplificata delle misure trasversali nell’ambito di un’unica sezione degli orientamenti ed eliminando l’obbligo di notifica individuale dei grandi. Poi, l’introduzione di salvaguardie per garantire che gli aiuti siano effettivamente diretti dove è necessario. Infine l’allineamento alla legislazione e alle politiche ambientali ed energetiche della Ue richiederà “l’eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili, in particolare quelli più inquinanti, per i quali è improbabile una valutazione positiva da parte della commissione in base alle norme sugli aiuti di Stato, alla luce dei loro importanti effetti negativi sull’ambiente”; mentre le misure che comportano nuovi investimenti nel gas naturale saranno coperte soltanto nella misura in cui sarà dimostrato che gli investimenti sono compatibili con gli obiettivi climatici dell’Unione per il 2030 e il 2050.