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Festival delle Regioni: “Difesa per l’ambiente e lotta ai cambiamenti climatici sfide del nuovo regionalismo”

I lavori del tavolo, coordinato dal Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, hanno visto anche la partecipazione del Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, sen. Sebastiano Musumeci

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crediti: UNclimatechange via Flickr | CC BY-NC-SA 2.0

E’ quanto si legge nel documento prodotto al termine della conclusione del Tavolo di Lavoro “Terra e territorio”

Milano 6 dic. – “La sfida del nuovo regionalismo è anche sull’ambiente inteso anche come agricoltura, sostenibilità e lotta ai cambiamenti climatici. Le piattaforme territoriali agroalimentari rappresentano un’eccellenza da salvaguardare insieme a tutte le filiere agricole e al crescente turismo interessato ai nostri prodotti a denominazione protetta.”

E’ quanto si legge nel documento prodotto al termine della conclusione del Tavolo di Lavoro “Terra e territorio” organizzato nell’ambito del Primo Festival delle Regioni, al quale ha partecipato, ieri pomeriggio, a Milano, l’Assessore al Turismo della Regione Abruzzo, Daniele D’Amario in qualità di Coordinatore della Commissione Politiche del Turismo della Conferenza Regioni e PA.  I lavori del tavolo, coordinato dal Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, hanno visto anche la partecipazione del Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, sen. Sebastiano Musumeci. “La sostenibilità ambientale- prosegue il documento- va supportata con l’utilizzo del digitale e le nuove tecniche di agricoltura di precisione, puntando sulla crescita dell’agricoltura nelle aree interne. Cura del territorio è anche occuparsi delle reti idriche sia nelle dispersioni che nelle strutture di accumulo, salvaguardare il suolo investendo in interventi idrogeologici e nella protezione della terra. Ridurre il consumo del suolo è un elemento centrale del nuovo regionalismo. Significa sviluppare i processi di rigenerazione urbana, politiche di riqualificazione e messa in sicurezza, mettere in relazione le reti di protezione civile con gli investimenti strutturali. Tenere assieme lo sviluppo di energia sostenibile con le necessità di approvvigionamento del Paese che è la seconda manifattura europea, favorire l’economia circolare, la gestione integrata dei rifiuti. Ma ancora, come ridurre l’impatto ambientale delle grandi aree metropolitane dal punto vista dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo allo scopo di tutelare la salute dei cittadini. La coesione sociale è anche il motore delle politiche europee, così come le politiche di integrazione e cooperazione. I nuovi scenari geoeconomici impongono nuove sfide rispetto ai rischi di frammentazione degli interessi. È fondamentale imporre una centralità delle Regioni europee per costruire la nuova Europa delle Regioni superando l’attuale visione centralista. L’Europa delle Regioni è la risposta per un concreto processo di integrazione e cooperazione. Le Regioni possono giocare un ruolo fondamentale nel ridisegno delle filiere produttive europee, si sta infatti avviando anche la nuova programmazione dei fondi europei 21-27 che necessita ovviamente di una riflessione per combinare tale programmazione con quella già in atto definita dal PNRR per evitare sovrapposizioni e favorire un uso più efficiente delle risorse. Il PNRR può essere infatti un volano per le nuove politiche regionali europee ma anche per quelle regionali. Serve una nuova governance europea che favorisca una maggiore partecipazione delle Regioni. Un cambio di passo auspicato anche dal 67% degli italiani interpellati nella rilevazione Ipsos.” (REGFLASH) USFS 221206