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Exxon cerca di influenzare i piani UE sul clima

Un documento riservato mostra le pressioni fatte da Exxon sulla Commissione Europea prima della presentazione del Green Deal. Lo scopo? Limitare gli incentivi sui veicoli elettrici.

In un incontro a porte chiuso con la Commissione, Exxon ha tentato di influenzare la politica climatica europea

(Rinnovabili.it) – Secondo un documento visionato da Euroactiv, il gigante petrolifero Exxon avrebbe incontrato i funzionari della Commissione Europea poche settimane prima della presentazione del Green Deal cercando di influenzare l’agenda verde dell’eurozona. Nello specifico, i portavoce di Exxon avrebbero cercato di negoziare con l’esecutivo UE nel tentativo di rendere meno severe le linee guida sulle emissioni dei veicoli.

Sebbene non vi siano prove del fatto che Exxon o i funzionari della Commissione abbiano agito in modo improprio, il documento fornisce informazioni chiare e preziose per capire come le aziende energetiche si impegnino attivamente nella definizione dei processi legislativi, in modi che potrebbero effettivamente rallentare le politiche volte a contenere le emissioni di carbonio.

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InfluenceMap, che ha pubblicato il verbale dell’incontro avvenuto a novembre, ha dichiarato che si tratta solo dell’ultimo caso in cui la più grande società petrolifera statunitense tenta di “influenzare la legislazione climatica a livello globale”. Secondo le note riservate, i rappresentanti di Exxon hanno spinto la Commissione a rimuovere le rigorose norme UE sui veicoli, in un evidente “sforzo di bloccare un incentivo verso i veicoli elettrici”, ha sottolineate InfluenceMap.

Di fronte all’accusa di aver agito nell’ombra, un portavoce della compagnia petrolifera ha dichiarato che l’incontro è stato pienamente conforme al protocollo sulla trasparenza dell’UE. Tuttavia, il documento mostra che i funzionari di Exxon avrebbero fatto richiesta di un cambiamento normativo, secondo il quale “la legislazione sulle emissioni dei tubi di scappamento dei veicoli dovrebbe essere sostituita da una normativa sulle emissioni delle centrali elettriche”. Il punto, in questo caso, sarebbe quello di limitare gli effetti del cosiddetto Scope3 (Corporate Value Chain Standard). Fino a poco tempo fa, infatti, la maggior parte delle aziende si è concentrata sulla misurazione delle emissioni dovute alle proprie operazioni di produzione di elettricità, senza considerare quelle prodotte dai beni che acquista o dai prodotti che vende.

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In più, il verbale mostra che i rappresentanti di Exxon hanno insistito per incentivare l’uso di “combustibili liquidi a basse emissioni di carbonio” come idrogeno liquido e biocarburanti derivati ​​dalla materia vegetale, entrambi prodotti che Exxon mira a inserire nel suo paniere. Ed Collins, direttore di InfluenceMap, ha dichiarato che Exxon stava di fatto cercando di evitare le riduzioni delle emissioni del trasporto riformulando i danni ambientali causati dalla combustione di benzina e diesel. Secondo Collins, questo “diminuirebbe lo stimolo del settore automobilistico verso i veicoli elettrici: se hai ancora carburante liquido nel mix, ovviamente questo è utile per Exxon in quanto il loro mercato è proprio quello dei carburanti liquidi”.

Lo scorso anno, InfluenceMap ha mostrato come Exxon avesse speso circa 41 milioni di dollari ogni anno, a partire dall’accordo di Parigi (2015), per fare pressioni contro la legislazione sul clima.