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Ex Alcoa, presentato il nuovo sistema di certificazione dell’impronta di carbonio

Tra gli investimenti strategici effettuati vi è la costruzione di un sistema in grado di calcolare la carbon footprint (impronta di carbonio) dei prodotti definita dalle emissioni di CO2 generate dagli approvvigionamenti, dalle lavorazioni interne e dai trasporti per la consegna.

Tassa sul carbonio alla frontiera: tutti i dettagli del CBAM europeo (Carbon Border Adjustment Mechanism)
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Verso il rilancio della lavorazione in alluminio

L’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan e l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato hanno incontrato oggi a Palazzo Balbi i vertici aziendali di Niche Fusina Rolled Products Srl. All’incontro erano presenti, per l’azienda, il presidente Thomas Robb, il ceo Vincenzo Zinni e Roberta Trevisol; per il gruppo DADA il ceo David D’Addario e il cfo Monte Schaefer.

Niche Fusina Rolled Products è l’azienda, che fa capo al gruppo statunitense DADA, specializzata nella produzione di laminati industriali in alluminio che, nel 2022, ha rilevato dalla Slim Fusina Rolling in concordato preventivo lo stabilimento ex Alcoa di Porto Marghera. Il percorso ha permesso il salvataggio del compendio produttivo e di 248 posti di lavoro, grazie all’ impegno delle Parti sociali, delle rappresentanze dei lavoratori, della Regione del Veneto e dello Stato il quale ha sostenuto l’operazione di rilancio intervenendo nel capitale della nuova azienda attraverso il Fondo di Salvaguardia gestito da Invitalia.

Durante l’incontro, oggi, l’assessore Donazzan ha ringraziato i vertici del gruppo Dada per la scelta di investire nel rilancio di una realtà, come quella della lavorazione di alluminio, che la Regione del Veneto e lo Stato considerano strategica e li ha invitati a considerare ulteriori opportunità. “Il territorio del Veneto- ha sottolineato Donazzan -presenta altre importanti occasioni per l’investimento e il rilancio di impese operanti in vari ambiti settoriali che esprimono una forte potenzialità grazie alle competenze dei lavoratori e alla vivacità del tessuto produttivo regionale”.

L’assessore Marcato ha parlato delle potenzialità offerte dall’area di Porto Marghera:

da un lato il riconoscimento della Zona Logistica Semplificata (Zls) di Venezia, che le attribuisce una maggiore attrattività per gli investimenti, dall’altro il disegno strategico di sviluppo nell’ottica della Hydrogen Valley del Veneto

“Porto Marghera è un luogo straordinario dove investire – interviene l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato – Con la ZLS, con Venezia capitale mondiale della sostenibilità e con la nascita della Hydrogen Valley, Porto Marghera sarà sempre più il luogo ideale dove fare impresa. Innovazione, ricerca, tecnologia, energia. Sono le parole d’ordine di quest’area dalle grandissime potenzialità”.

I vertici aziendali, dopo aver ringraziato la Regione del Veneto per il supporto ottenuto, hanno spiegato che oggi l’attività dello stabilimento è piena in fase di rilancio sia in termini produttivi che di mercato. L’azienda ha avviato un ampio processo di riorganizzazione e investimento puntando all’acquisizione di nuove commesse, alla revisione dei processi produttivi e quindi all’efficientamento energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2. Tra gli investimenti strategici effettuati vi è la costruzione di un sistema in grado di calcolare la carbon footprint (impronta di carbonio) dei prodotti definita dalle emissioni di CO2 generate dagli approvvigionamenti, dalle lavorazioni interne e dai trasporti per la consegna. Tale sistema consente di fornire ai clienti, in allegato alle fatture, un certificato con le informazioni relative all’ impronta di carbonio associata a ciascun prodotto: bobine, laminati e piastre su misura. La certificazione, oltre che utile ad orientare le scelte d’acquisto dei clienti, ha lo scopo di valorizzare l’impegno nella riduzione delle emissioni, nonché di individuare nuovi modi per ridurre l’intensità di carbonio dei prodotti, dei processi produttivi e della catena di fornitura.

“L’adozione lungimirante di un sistema di analisi e certificazione di questo tipo rafforza la capacità dell’azienda di ridurre ulteriormente gli impatti sulle emissioni di carbonio e consente di anticipare i cambiamenti normativi e le richieste dei clienti più esigenti e quindi di consolidare e espandere la sua presenza sul mercato – conclude l’assessore Donazzan – è un modello, questo, che va promosso presso le aziende energivore e non solo”.