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Come l’Europa può abbandonare le importazioni fossili grazie alle rinnovabili

importazioni fossili
Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay

Creata una piattaforma open source per indagare le strategie di decarbonizzazione

(Rinnovabili.it) – L’Europa riuscirà ad eliminare completamente le importazioni fossili, progettando un sistema energetico autosufficiente e a emissioni zero? Secondo un nuovo studio sì e di strategie d’azione ne esisterebbero oltre 400. Il come lo spiega Bryn Pickering ricercatore dell’ETH assieme ai colleghi Francesco Lombardi e Stefan Pfenninger della TU Delft in un articolo su Joule (testo in inglese)

Oggi il Vecchio Continente soddisfa metà del proprio fabbisogno energetico attraverso le importazioni. Soprattutto petrolio e gas. Ma il caro energia prima e la guerra russa in Ucraina dopo, hanno sottolineato con forza come questa dipendenza dall’estero sia dannosa non solo per il clima ma anche per la sicurezza.

Esistono “exit strategy” ma, come spiegano gli stessi autori, la maggior parte degli studi sulla decarbonizzazione si concentra su pochi scenari economicamente “ottimali”, “suggerendo che esistano solo queste opzioni di progettazione del sistema”.  Il lavoro dei tre scienziati mostra invece l’esistenza di una pluralità di strategie applicabili non solo per abbandonare definitivamente le importazioni fossili, ma anche per rendere il sistema energetico a zero emissioni e sicuro. 

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Utilizzando un approccio di modellazione che esplora diverse opzioni tecnologiche, il team è riuscito ad immaginare ben 441 progetti di sistemi energetici europei economici, decarbonizzati e autosufficienti. Ogni strategia differisce nei dettagli, ma parte da un elemento in comune: una rapida e massiccia diffusione di fonti rinnovabili non programmabili. Nel dettaglio, il modello mappa, in un’area che copre 35 paesi, sia la domanda che l’offerta di energia pulita ottenuta con tecnologie consolidate e già disponibili in commercio. Prendendo in considerazione elettricità, calore, idrogeno, idrocarburi sintetici e biocarburanti.

Non solo. Gli scienziati hanno elaborato anche una piattaforma online open source che consente a decisori, analisti e ricercatori di confrontare le numerose opzioni disponibili. “Variando questi fattori a piacimento, gli utenti possono visualizzare le complesse relazioni e i compromessi associati all’interno del sistema energetico”, spiega Pfenninger.

“Ad esempio – si legge nell’articolo su Joule – si può indagare su dove localizzare i centri di produzione di idrogeno. O esaminare i compromessi necessari per imporre preferenze come dover supportare i consumatori nell’elettrificare il comparto termico e il trasporto se l’uso di biocarburanti è ridotto al minimo. Il nostro codice e dati sono aperti; quindi, il nostro approccio può essere applicato ad altri continenti o scalato per supportare le decisioni in regioni specifiche”.

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