La ministra della Transizione ecologica francese, Barbara Pompili, spiega in un’intervista a Les Echos che il litio domestico è indispensabile per sostenere la transizione, e scaricare i costi sociali e ambientali all’estero “non è responsabile”
La Cina domina la supply chain globale del litio
(Rinnovabili.it) – I contratti a lungo termine per l’import non bastano. Per tenere il passo della transizione, la Francia deve sfruttare anche i giacimenti di litio sul suo territorio. Lo ha annunciato ieri la ministra per la Transizione ecologica d’oltralpe, Barbara Pompili. Una scelta sostanzialmente obbligata, quella dell’estrazione di litio domestico, secondo l’esponente del governo francese. Ma anche difficile da tradurre in realtà senza sollevare proteste da parte delle comunità locali.
“La Francia deve estrarre del litio dal suo territorio. In questo momento dobbiamo essere responsabili. Dobbiamo smettere di distogliere lo sguardo da tutti i materiali utilizzati nei prodotti che usiamo quotidianamente”, ha detto la ministra in un’intervista al quotidiano francese Les Echos. “Non è che ci arriva per magia. Oggi nei nostri smartphone abbiamo del litio, ne avremo bisogno per le batterie [degli EV, ndr]. Non dobbiamo far finta di pensare che tutto questo ci arrivi senza danni sociali o per l’ambiente”.
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La soluzione è sì, assicurarsi dei contratti d’importazione di lungo termine “che permettano di avere delle regole sociali e ambientali normali nei paesi da cui importiamo”. Ma anche “cercare il litio da noi”, aggiunge Pompili rimarcando che la riforma del codice minerario ha rafforzato i requisiti per la valutazione d’impatto ambientale ma che, una volta che le autorizzazioni ci sono, i progetti vanno fatti. “O diciamo che ci va bene fare a meno di auto elettriche e smartphone, o dobbiamo estrarre litio da noi”, conclude.
Le previsioni dicono che la domanda globale di questo minerale critico per la transizione aumenterà di 13-40 volte nei prossimi 20 anni, a seconda della rapidità di diffusione della mobilità elettrica. Ma la catena di fornitura globale è dominata dalla Cina e l’Europa preme per tutelarsi, tanto da aver inserito il litio nella lista delle materie prime critiche nel 2020.
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Operazioni impattanti sull’ambiente, che possono scatenare l’opposizione delle comunità locali e non solo. Come sta succedendo in Serbia, dove il governo ha dovuto rinunciare ad avviare la più grande miniera di litio al mondo, che avrebbe coperto da sola il 10% della domanda globale. Finora, comunque, l’unico progetto di estrazione di litio in Francia riguarda non miniere ma il litio geotermico. Si tratta di litio ricavato dalle salamoie geotermiche di un impianto pilota in Alsazia, che ha dimostrato la fattibilità dell’operazione tra dicembre e gennaio.