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Energie rinnovabili, la Francia pagherà caro il suo ritardo

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Photo by Anthony DELANOIX on Unsplash

 L’Eliseo è in trattative per comprare i TWh mancanti da Italia o Svezia

(Rinnovabili.it) – La Francia non ha raggiunto propri obiettivi 2020 nelle energie rinnovabili. Si tratta di impegni presi nell’ambito del vecchio pacchetto europeo clima-energia e in base ai quali il Paese avrebbe dovuto portare la quota fer nei consumi energetici nazionali dal 10% del 2009 al 23% del 2020. Oggi mancano all’appello ancora 4 punti percentuali, e nonostante il gap possa sembrare piccolo, per la nazione potrebbe tradursi in una spesa di mezzo miliardo di euro. Il pacchetto in questione – conosciuto anche come “20-20-20” – fissava, infatti, target energetici vincolati, che obbligano oggi lo Stato francese a saldare il conto. Letteralmente.

Il mancato obiettivo non rappresenta di per sé una novità. Il ritardo francese sulla tabella di marcia era cosa nota e lo stesso Eurostat, l’ufficio statistiche dell’UE, aveva evidenziato a gennaio 2022 come il Paese fosse l’unico dei Ventisette ancora in regola. Nota bene: la Francia non è stato l’unico Stato membro ad avere difficoltà sul target 2020 delle energie rinnovabili, ma gli altri pochi ritardatari (come il Lussemburgo) sono ricorsi per tempo, in periodo pre-crisi, al trasferimento statistico dell’energia pulita.

Di cosa si tratta? Di un meccanismo che permette agli Stati membri di scambiarsi, solo sulla carta, quote produttive. Previo accordo, una quantità di energia rinnovabile viene tolta dai progressi nazionali di un determinato Paese e aggiunta ad un altro, dietro compenso economico. Si tratta esclusivamente di una procedura contabile, senza nessun scambio effettivo di energia.

Quanto costerà alla Francia il ritardo sulle energie rinnovabili

Oggi questo ritardo presenta un conto parecchio salato come ha spiegato Agnès Pannier-Runacher, ministra francese per la Transizione energetica parlando alle Commissioni Affari Economici e Sviluppo Sostenibile. “La Francia quest’anno pagherà 500 milioni di euro per non aver sviluppato energie rinnovabili”, ha affermato Pannier-Runacher, secondo quanto riporta il quotidiano Liberation. La spesa andrà di fatto a recuperare il gap proprio attraverso il meccanismo dei trasferimenti statistici.

A vendere le fer necessarie potrebbero essere l’Italia o la Svezia. Entrambi i paesi hanno infatti superato di diversi punti percentuali il target fissato al 2020 e oggi possono cedere virtualmente questo surplus. La conferma arriva peraltro dalla stessa ministra che ai deputati francesi ha spiegato “Siamo in trattative per acquistare megawatt statistici dall’Italia e dalla Svezia”.

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