Rinnovabili • Energia e trasporti: i costi nascosti valgono il 28% del Pil mondiale

I costi invisibili di energia e trasporti che ignoriamo

Non sono incorporati nei servizi di cui usufruiamo tutti i giorni, ma la società li paga sotto altra forma in un secondo momento. E valgono il 28% del Pil mondiale

Energia e trasporti: i costi nascosti valgono il 28% del Pil mondiale
Foto di Michael Gaida da Pixabay

Le esternalità di energia e trasporti ammontano a 24.600 mld di dollari

(Rinnovabili.it) – Quando facciamo rifornimento di benzina o ci arriva la bolletta della luce e mettiamo mano al portafoglio, quello che paghiamo è solo una parte dei costi reali. Ci sono dei fattori che non sono incorporati in quei numeri, come l’impatto sociale, quello ambientale e quello sanitario. Non li paghiamo quando usiamo un servizio che ha a che fare con energia o trasporti, ma li paghiamo più avanti, sotto altre forme che non sono sempre facili da ricondurre alla loro origine.

Una ricerca della Sussex Business School e della Hanyang University prova a rispondere a questa domanda per il comparto dell’energia e per quello dei trasporti, a livello globale. Lo studio appena pubblicato su Energy Research & Social Science fa una meta-analisi di 139 ricerche recenti che stimano più di 700 tipi di esternalità negative e tira le somme. I costi invisibili del nostro sistema energetico e di come ci spostiamo ammontano al 28% del Pil globale.

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Particolarmente rilevante il risultato che il team di ricercatori ha ottenuto riguardo il carbone. Questa fonte fossile rappresenta di gran lunga la quota maggiore delle esternalità energetiche (4.780 mld di dollari, il 59%), seguito dal petrolio (oltre 2.000 mld, 26%) e gas (552 mld, 7%) nei quattro maggiori mercati energetici (Cina, Europa, India e Stati Uniti). E il carbone finisce brutalizzato dal confronto con le rinnovabili: ha circa tre volte più esternalità negative del solare fotovoltaico, cinque volte più dell’energia eolica e 155 volte più dell’energia geotermica.

Secondo Benjamin Sovacool della Sussex Business School, coautore della ricerca, lo studio svela “immensi costi nascosti che non vengono quasi mai presi in considerazione nella spesa reale della guida di un’auto o della gestione di una centrale elettrica a carbone”. E sottolinea i risvolti sulle fasce più debole della popolazione: “Purtroppo questi costi nascosti non sono distribuiti equamente o in modo equo. Le parti più colpite sono sottorappresentate sul mercato e hanno costi esterni imposti loro, che si tratti delle famiglie costrette a vivere in aree di maggiore inquinamento atmosferico e tossicità perché non hanno altra scelta, agli abitanti di stati insulari come le Maldive o Vanuatu che sono minacciati più immediatamente dall’innalzamento livelli del mare”.

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