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Energia: tavolo confronto su transizione ecologica centrale Monfalcone

Il tavolo fa seguito alla delibera con cui la Giunta regionale ha espresso tredici condizioni di natura ambientale al parere collaborativo richiesto alla Regione nell'ambito della valutazione di impatto ambientale di competenza statale sul progetto di modifica della centrale termoelettrica

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Riccardi, vigilanza su salute. Scoccimarro, serve Accordo di programma

Udine, 12 mag – Si è riunito oggi pomeriggio il tavolo di confronto sul progetto di conversione della centrale a carbone A2A di Monfalcone, attorno al quale si incentra una più ampia progettualità di sviluppo sostenibile dell’area.

Il tavolo fa seguito alla delibera con cui la Giunta regionale ha espresso tredici condizioni di natura ambientale al parere collaborativo richiesto alla Regione nell’ambito della valutazione di impatto ambientale di competenza statale sul progetto di modifica della centrale termoelettrica. Il tavolo, convocato dall’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente e energia, Fabio Scoccimarro, è stato aperto dal vicegovernatore Riccardo Riccardi che ha posto un punto fermo sia in merito alla centralità del confronto che alla vigilanza sulla salute pubblica. “Questo tavolo rappresenta un punto di equilibrio istituzionale. L’operazione su cui ci si sta confrontando va gestita nella massima trasparenza e nel rispetto della procedura di cui la Regione è puntuale garante – ha dichiarato il vicegovernatore -. Quanto alla vigilanza del sistema salute, la Regione sarà presente e attiva in tutte le azioni che accompagneranno il percorso così come stabilito dalla delibera della Giunta regionale e dalle prescrizioni in essa previste”.

Nel corso della riunione, a cui hanno preso parte anche gli assessori regionali alle Attività produttive Sergio Emidio Bini, al Lavoro Alessia Rosolen e al Demanio Sebastiano Callari, si sono delineate le posizioni del sindaco del Comune di Monfalcone, Anna Maria Cisint, e dei Comuni limitrofi (Duino Aurisina, Monrupino, Staranzano, Ronchi dei Legionari, San Pier d’Isonzo, San Canzian d’Isonzo, Turriaco, Doberdò del Lago, Fiumicello Villa Vicentina e Grado) nonchè quella dell’azienda.

Il Comune di Monfalcone ha espresso preoccupazione per l’impatto del progetto sull’ambiente e sulla salute, considerando poco rilevanti le ricadute occupazionali stimate in una cinquantina di addetti; ha quindi illustrato una proposta di sviluppo alternativa che punta alla graduale dismissione della centrale a carbone e alla realizzazione di un polo servizi per la crocieristica navale. Da parte dell’azienda è giunto un messaggio di apertura che considera i piani di sviluppo dell’Amministrazione comunale compatibili sia con gli obiettivi di riconversione della centrale che con il mantenimento degli equilibri energetici da fonte rinnovabile richiesti dalla normativa nazionale.

A fare sintesi è stato l’assessore Scoccimarro che ha indicato la strada da seguire in un Accordo di programma, sul solco di quanto fatto per la riconversione di Servola a Trieste. “Il tavolo di confronto pone le basi per quello che potrà essere il futuro sostenibile dell’area di Monfalcone – ha dichiarato Scoccimarro -; la linea politica che è propria di questa Amministrazione regionale, come è stato fatto per l’area a caldo della ferriera di Servola, non è quella dello scontro bensì di un accordo con la società. La Regione ha già espresso una posizione chiara con le prescrizioni tecniche incluse nel proprio parere; ora ci faremo promotori di una mediazione che conduca in tempi brevi ad un Accordo di programma per la transizione ecologica di Monfalcone quale punto di equilibrio tra le istanze industriali e quelle del territorio”. ARC/SSA/pph