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Accesso universale all’energia sostenibile, chi stiamo lasciando indietro?

Un nuovo rapporto di Irena, IEA e nazioni Unite traccia Il documento traccia l'evoluzione mondiale rispetto il 7° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile. E avverte: la pandemia ha invertito i progressi nell'Africa subsahariana

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Per garantire un accesso universale all’energia sostenibile si devono affrontare le disuguaglianze

(Rinnovabili.it) – Nell’ultimo decennio le rinnovabili sono cresciute in maniera progressiva. Hanno raggiunto un numero sempre maggiore di persone e attratto la quota più ingente di investimenti energetici. E in molti Paesi rappresentano già oggi la fonte elettrica più economica. Tuttavia molti non è abbastanza. Soprattutto se si considera che, nello stesso periodo di tempo, il numero di persone senza accesso all’elettricità nell’Africa subsahariana è aumentato anziché diminuito. A sottolinearlo è il Tracking SDG 7: The Energy Progress Report pubblicato oggi dall’Agenzia internazionale dell’Energia (IEA), IRENA, il Dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite (UN DESA), la Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Il documento traccia l’evoluzione mondiale rispetto il 7° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile: garantire l’accesso universale a un’energia sostenibile, economica, affidabile e moderna entro il 2030.

Gli ultimi dati disponibili e scenari energetici selezionati rivelano che al ritmo attuale, il mondo è completamente fuori strada. O meglio, sta seguendo due ritmi differenti, il cui gap appare profondamente acuito dalla crisi del COVID-19. Sebbene l’energia sostenibile abbia dimostrato una notevole resilienza durante la pandemia, nella maggior parte dei Paesi africani si è registrato un andamento opposto. Il numero di persone senza accesso all’elettricità è aumentato nel 2020, privando ben 30 milioni di africani dei servizi di base.

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“Il COVID-19 ha rivelato le forti disuguaglianze mondiali nell’accesso ad un’energia affidabile e all’assistenza sanitaria, specialmente nelle aree rurali e periurbane”, si legge nel report. I più colpiti? Nigeria, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia dove si è perso parte del progresso verso un accesso all’energia sostenibile per tutti.

Se l’elettrificazione mondiale rallenta

“L’energia sostenibile si è dimostrata affidabile, economica e resiliente durante la pandemia, rivelando il suo valore in prima linea nella transizione energetica”, ha affermato Francesco La Camera, direttore generale. “Ma i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi climatici e dell’SDG7 devono procedere a un ritmo accelerato e in modo equo. Gli sforzi, compresi i flussi finanziari pubblici internazionali verso le rinnovabili, devono essere intensificati per sostenere i paesi che hanno bisogno dei maggiori progressi”.

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Nel dettaglio dal 2010 al 2019, luce e corrente elettrica sono stati portati oltre un miliardo. In altre parole, il 90 per cento della popolazione del pianeta risultava aver accesso all’energia. Ma  fuori rimanevano ben 759 milioni di persone, di cui circa la metà vive ancora in contesti fragili e colpiti da conflitti. La pandemia ha ritardato ulteriormente gli sforzi di elettrificazione, aggravando la situazione. Nonostante i progressi degli ultimi anni, sembra dunque improbabile che l’obiettivo di sviluppo sostenibile venga raggiunto entro il 2030, tagliando fuori circa 660 milioni persone. Le disparità regionali continuano a persistere e la mancanza di un accesso elettrico è particolarmente concentrato nell’Africa subsahariana, che rappresenta i tre quarti del deficit globale.