Tre strumenti contro la volatilità dell’energia
(Rinnovabili.it) – “Per potenziare la stabilità e aumentare la prevedibilità del costo dell’energia, la proposta intende migliorare l’accesso a mercati e contratti a lungo termine più solidi”. A spiegarlo è la Commissione europea nel Q&A dedicato alla revisione del mercato elettrico UE. Il progetto di riforma, presentato il 14 marzo 2023, porta sotto i riflettori tre tipologie di “strumenti”, contratti pensati per combattere la volatilità dei prezzi e migliorare al contempo la disponibilità di fonti energetiche rinnovabili a basso costo.
Parliamo dei PPA, accordi di compravendita dell’energia a lungo termine; dei CfD a due vie, contratti di remunerazione per i produttori di energia a basse emissioni; e dei contratti forward o a termine. Si tratta di termini ormai diffusi nel settore dell’energia ma che possono ancora porta dubbi e incomprensioni.
Vediamoli nel dettaglio:
PPA: acronimo di Power Purchase Agreement, i PPA sono contratti di acquisto di energia elettrica a lungo termine stipulati tra un produttore e un cliente, di solito un’utility, un governo o un’azienda. L’elettricità può essere fornita fisicamente in maniera diretta, tramite rete pubblica o virtualmente. I contratti possono durare dai 5 ad oltre 20 anni, durante i quali l’acquirente può contare generalmente su un prezzo fisso pre-negoziato. in questo modo è possibile ridurre i rischi legati al mercato.
CdF: acronimo di Contracts for Difference, ossia Contratti per differenza. Si tratta di contratti a lungo termine (intorno ai 15 anni) stipulati tra il produttore di energia rinnovabile e un ente di proprietà del governo. Nei sistemi “a due vie” sono assegnati tramite aste competitive e si basano su una differenza tra il prezzo di mercato e un “prezzo di esercizio” concordato nella gara stessa.
Nel dettaglio, i produttori che vogliono prendervi parte presentano delle offerte dichiarando il prezzo al quale venderanno al governo la futura energia prodotta. Ai vincitori spetta una remunerazione predefinita, il cosiddetto prezzo di esercizio o strike price, garantita per un lungo periodo di tempo. Nel caso il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica sia inferiore allo Strike Price, l’impianto riceverà un’integrazione pari alla differenza tra i due. Se superiore invece, l’impianto deve invece restituire la differenza al Governo. Questo rimborso può finire direttamente nelle bollette energetiche dei consumatori.
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Contratti a termine: si tratta di contratto tra un cliente e un produttore di energia elettrica per acquistare/vendere una certa quantità di elettricità a un certo prezzo in futuro. Normalmente viene concordato per coprire l’esposizione al prezzo e diminuire la dipendenza dai rincari a breve termine. È simile a un PPA, ma generalmente prevede un periodo di tempo più breve.