“Una relazione rinnovabile”, l’energia che unisce Australia e Unione Europea
(Rinnovabili.it) – “L’Europa ha un enorme bisogno di energia per guidare la sua industria d’alto livello. L’Australia può e sarà una centrale elettrica di energia rinnovabile”. Così il ministro australiano per il clima e l’energia, Chris Bowen, ha parlato ieri al Centro per gli studi politici europei di Bruxelles, confermando ancora una volta le intenzioni del governo Albanese di regalare al proprio Paese il ruolo di super esportatore energetico. Rinsaldando anche sul piano dell’ambizione climatica la profonda frattura creata negli anni passati con l’Unione Europa.
“La nostra ambizione è cristallina: vogliamo che l’Australia diventi una potenza di esportazione per l’energia rinnovabile”, ha dichiarato Bowen. “Abbiamo alcune delle migliori risorse di energia solare al mondo. Disponiamo di abbondante energia eolica offshore e […] stiamo già assistendo a un rapido interesse per lo sviluppo. E vorremmo che l’Europa fosse un destinatario chiave. Secondo alcune stime, l’energia rinnovabile dell’Australia potrebbe generare più di otto volte l’attuale domanda globale di energia”.
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Nuovi accordi sull’idrogeno
Nuove intese non sono mancata ad arrivare. In questi giorni lo stesso Bowen ha incontrato prima il ministro olandese per il clima e l’energia Rob Jetten e poi quella tedesca per l’istruzione e la ricerca Bettina Stark-Watzinger. Il tema degli incontri è stato il medesimo: l’idrogeno verde. Nel dettaglio il memorandum firmato con i Paesi Bassi mira a sostenere lo sviluppo di una catena di approvvigionamento di H2 verde dall’Australia all’Europa, attraverso il porto di Rotterdam.
L’incontro con Berlino ha portato invece ad un accordo di cofinanziamento di quattro nuovi progetti nell’ambito dell’iniziativa tedesco-australiana HyGATE. Le risorse sosterranno: lo sviluppo del progetto Edify Green Hydrogen per ampliare la catena di approvvigionamento dell’idrogeno tra Australia e Germania; la realizzazione di un impianto di produzione di metanolo utilizzando energia rinnovabile nel South Australia; la progettazione di un nuovo elettrolizzatore “alimentato a capillare” per fornire idrogeno a basso costo a Port Kembla, nel New South Wales
“Ospitiamo anche un’abbondante fornitura di minerali critici e terre rare”, ha continuato Bowen. “L’Australia produce già quasi la metà del litio mondiale, è il terzo produttore di cobalto e il quarto produttore di terre rare. E sotto il nostro governo, oltre a esportare queste materie prime verso partner chiave come i paesi europei, vogliamo aggiungere valore ed esportare prodotti manifatturieri fondamentali nella catena di approvvigionamento di energia rinnovabile”.
La crisi energetica australiana
L’energia continua dunque ad essere per il Paese una chiave fondamentale nelle relazioni internazionali, anche se in patria la situazione risulta complessa. Anche per il primo esportatore al mondo di GNL – assieme al Qatar – questi sono mesi segnati dalla crisi energetica. In tutta l’Australia orientale, la crescita della domanda di energia si è scontrata con una generazione termoelettrica a carbone poco performante, risorse rinnovabili ancora insufficienti e con una crisi dell’offerta di gas che potrebbe non risolversi a breve. I prezzi di quest’ultimo sono già aumentati del 400% rispetto ai livelli di inizio 2022 e quando arriverà l’inverno potrebbero salire ancora. E parte del problema sta proprio nei contratti di esportazione che oggi inviano all’estero tre quarti del gas prodotto in patria.